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"Di Maio non può fare il premier. Matteo? L'arroganza porta male"

L'azzurro Renato Brunetta: "La gente mi chiede di fare presto un esecutivo"

"Di Maio non può fare il premier. Matteo? L'arroganza porta male"

Roma - Renato Brunetta, si è aperta una nuova stagione politica, non facilissima per il centrodestra e Forza Italia

«Sono reduce da Vinitaly, ho visto passare il mondo. Ho incontrato deputati e senatori del centrodestra e del Pd. Il clima è assolutamente cordiale e costruttivo. Ma la cosa più importante è che tanta gente mi ha fermato per strada per dirmi che bisogna fare presto a fare il governo. Tutti mi hanno detto che non se ne può più degli insulti dei grillini».

Ma i vincitori delle elezioni sono proprio i pentastellati e anche la Lega

«Le elezioni non le ha vinte il M5s né la Lega. Le elezioni le ha vinte la coalizione di centrodestra. Dire il contrario è una cretinata. Di conseguenza è una fesseria anche sostenere che il partito di Luigi di Maio ha diritto a esprimere il Presidente del Consiglio».

E la Lega?

«Al mio amico Salvini ricordo che non è il leader del centrodestra. È il leader della Lega e il candidato premier della coalizione, secondo le regole che ci siamo dati. Peraltro ricordo a Salvini che l'arroganza pigliatutto nelle candidature alle amministrative porta male e rischia di fare crollare tutto».

A chi si deve rivolgere il centrodestra?

«In una situazione come questa in cui il centrodestra ha vinto ma non ha i voti per governare non si possono fare discriminazioni. Quindi la coalizione deve rivolgere la propria offerta a tutte le forze politiche, a partire dal cinque stelle».

Quindi anche loro sono della partita?

«Se propongono discriminanti nei confronti di uno dei partner fondanti del centrodestra, sono gli stessi pentastellati a tirarsi fuori. Ce ne faremo una ragione».

Ad oggi l'asse portante di una possibile maggioranza resta l'intesa M5s/Lega

«Se Di Maio usa la politica dei due forni, non si capisce perché lui non debba fare lo stesso il centrodestra, facendo un'offerta ai cinque stelle, ma anche al Pd».

Possibile coinvolgere il Pd?

«Il Pd a mio modo di vedere sta ancora elaborando il lutto della sconfitta e va rispettato. Ma ho numerosi segnali e credo voglia imboccare la strada della responsabilità e favorire la formazione di un governo. È una evoluzione che credo debba essere salutata positivamente perché è il ritorno alla responsabilità di un grande partito storico e democratico. I segnali che ricevo vanno tutti in questa direzione, peraltro senza aspettare tempi biblici. Varrebbe la pena che il centrodestra verificasse questa possibilità, anche perché questo metterebbe nell'angolo il Movimento 5 stelle».

Tempi biblici?

«Al contrario, il governo si può fare anche domani, anche perché in caso contrario si rischia di uccidere nella culla la ripresa economica.

Un governo populista a guida cinque stelle farebbe riesplodere lo spread e ci sono già segnali in questo senso».

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