Cronaca locale

Sfascia 10 auto e lascia l'amico in coma

Causa un maxi incidente, poi va a dormire. Rifiuta l'alcol test: portato a forza in ospedale

Sfascia 10 auto e lascia l'amico in coma

Fosse stato lungo una pista da bowling, lo avrebbero applaudito a scena aperta. Uno strike da campioni il suo. Peccato che anziché lanciare la «boccia» abbia usato un'automobile. Lanciata come un missile

Notte brava quella tra sabato e domenica per un egiziano ventottenne che in colpo solo è riuscito a distruggere dieci auto, andando poi a schiantarsi contro un palo e abbandonando l'amico che si trovava al suo fianco nella macchina in fin di vita.

Erano da poco passate le cinque del mattino di domenica quando in via Tartini- Milano, zona Dergano- Mohamed Ibrahim, a folle velocità ha perso il controllo della sua Fiat Croma andando sbattere contro una fila di vetture parcheggiate. Per fortuna in quel momento non passava nessuno. Perché sarebbe finita peggio. Una serie di boati e scintille hanno risvegliato nell'incubo mezzo quartiere. Poi il rumore delle sirene, l'arrivo di vigili, carabinieri e polizia, le ambulanze.

Di questi tempi tutto può essere, succedere, con la paura si deve convivere. Non è detto che ci si riesca, soprattutto quando in strada si fiuta, si sente sempre più palpabile, il pericolo. Mohamed, il gomito, o qualcos'altro, probabilmente l'altra sera l'aveva alzato, ma non per abbattere birilli al gioco.

Dopo lo schianto, lui solo lievemente contuso, se ne è andato tranquillamente a piedi abbandonando l'auto accartocciata, nella corsia opposta. Il suo connazionale svenuto e sanguinante lasciato nell'abitacolo. Come nulla fosse accaduto. Adesso l'uomo è ricoverato in coma all'ospedale di Niguarda.

Quando la polizia municipale l' ha rintracciato Mohamed era in casa, poco distante dal luogo della «carambola». La targa corrispondeva al suo indirizzo, diverse telecamere avevano ripreso la scena.

Erano le 7 del mattino, lui dormiva beatamente. Qualche ecchimosi, qualche graffio, ma nulla di più. In tasca aveva ancora le chiavi della macchina. È stato portato in questura, fotosegnalato.

Fatto sta che ha rifiutato di sottoporsi sia ai test etilometrici e a quelli sull'assunzione di droghe.

Ma per ora, almeno da quanto si apprende, è rimasto a piede libero. Deve rispondere di omissione di soccorso. Speriamo non finisca così.

Portato in ospedale per accertamenti gli è stato prelevato un campione di sangue, da lì si dovrebbe capire in quali condizioni psicofisiche si trovasse al momento dell'incidente. E la sua posizione, in caso di risultati «positivi» potrebbe aggravarsi, almeno abbastanza per sbatterlo in cella.

Per i nostri buonisti, per le solite anime belle, magari sarebbe troppo pretendere di rispedirlo, possibilmente senza biglietto di ritorno, nel proprio Paese.

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