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Una superiorità svanita fra gli errori

Una superiorità svanita fra gli errori

Dal lato tecnico, sarebbe un gran premio da ripetere, tanto è stato falsato. Dove sono finiti gli eccellenti strateghi della Ferrari di Melbourne e del Bahrain? Com'è stato possibile che una macchina come quella di Vettel abbia saputo infliggere un vantaggio dello 0,58% del tempo sul giro alla British-Mercedes e dello 0,76% alla Rbr in qualifica, per poi perdere clamorosamente in gara? Com'è plausibile che lo stesso Vettel prevalga su Bottas fra 2 e 3 nel primo terzo di gara, per poi inabissarsi? Ma signori, era una classica strategia improvvisata, per tornare in «Soft», con l'aiuto della Safety-car, da sfruttare opportunamente, per un doppio anziché unico cambio-gomme, come riuscito in passato e come seguito dal vincitore. La stessa Ferrari ha dimostrato ripetutamente una eccellente resa chilometrica con tali mescole; e la sua prestazionalità sarebbe stata irresistibile.

Non si parli di azzardo, con una calura che non è arrivata: lo stesso Raikkonen, in «Soft» è durato per 27 giri. Poi, il secondo rammarico, con questa strana Formula 1 odierna, è che non si possono più compiere dei «forcing» con i motori: si corre a ritmi inferiori ai massimi possibili, nel terrore di danneggiare la meccanica, che deve servire per sette gran premi! Pazzesco! Questa non è più Formula 1, se si pensa che in passato sono stati raggiunti i cento motori per squadra all'anno. Sì, cento motori a tre! Per meno di 21 prove! E poi si lamentano che le corse non sono più interessanti.

Comunque, la Ferrari d'un tempo, con due macchine vantaggiosamente in prima fila, sarebbe stata imbattibile.

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