Politica

Lo sciopero è furbetto: per insegnanti e bidelli maxi ponte di 10 giorni

L'agitazione del sindacato prevista per il 2 e 3 maggio. Si rischia lo stop dal 25 aprile

Lo sciopero è furbetto: per insegnanti e bidelli maxi ponte di 10 giorni

Si attrezzino i genitori senza un piano B: straordinari alle baby sitter o nonni da richiamare all'ordine perché quest'anno il calendario dei ponti, uniti ad un sapiente piano di scioperi, rischia di lasciare a casa gli scolari per dieci sontuosi giorni; da mercoledì 25 aprile fino a venerdì 4 maggio. Altro che vacanze di Pasqua, quelle sono passate in un lampo, in fondo una settimana scivola via in fretta; invece, con lo sciopero dei docenti e del personale Ata proclamato dall'Anief, il sindacato dei precari, per il 2 e il 3 maggio prossimi, si profila una vacanza con i fiocchi. «Non possiamo più essere ostaggio della politica- dice il presidente del sindacato. Anche perché chi è docente e Ata non può più fare il missionario. È chiamato, certamente, ad educare al diritto, al dovere e al lavoro». Certo verrebbe da dire, ma ponti a parte. Si perchè preso atto dell'inerzia che continua a contraddistinguere l'azione di chi amministra l'istruzione pubblica in Italia, il sindacato allora che fa? Unisce l'utile al dilettevole e sulle barricate ci va buttando prima un occhio al calendario. E poco importa che aprile è già un messe delicatissimo, costellato di compiti in classe, interrogazioni, verifiche, invalsi e simulazioni delle prove di maturità. Tutta colpa (o merito dipende dai punti di vista) della vertenza delle maestre senza laurea escluse dalle graduatorie da una sentenza del Consiglio di Stato e gli aumenti di soli 85 euro previsti dal nuovo contratto e non ancora versati sul conto dei docenti (dovevano arrivare a marzo, forse arriveranno a maggio), eccole le ragione della protesta. «Tra il personale spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal la situazione di insofferenza ha raggiunto l'apice». Ma perché allora danneggiare le famiglie?

E così, per le scuole che hanno optato per il super-ponte c'è il rischio che le attività didattiche restino sospese addirittura per due settimane. La decisione sull'adesione al ponte è presa dalle stesse regioni che per il momento sono Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Trentino Alto Adige, Basilicata, Calabria, Puglia, Molise, Abruzzo, Campania e Umbria.

«Il personale della scuola ha il diritto di essere assunto dopo 36 mesi di lavoro. E per farlo, i precari devono essere immessi in ruolo dalle graduatorie ad esaurimento, se in possesso di abilitazione, attraverso qualsiasi canale; occorre poi trasformare i quasi 100mila posti degli organici di fatto in cattedre vacanti, quindi da collocare in quelle di diritto» spiega l'Anief. Diritti sacrosanti, ma chi tutela il diritto allo studio? Chi si prende carico del disagio delle famiglie con i figli a casa da gestire per due settimane?

La Liguria intanto fa il capolavoro di assenze: l'unica regione ad aver ufficializzato il ponte del 25 aprile, ha indicato come date di chiusura extra il 23 e il 24. Due settimane piene insomma.

Questo vuol dire che, in caso di maxi ponte, saranno le singole scuole a decidere secondo l'autonomia scolastica: per scoprire quanti giorni gli studenti rimarranno a casa, si dovrà quindi attendere la comunicazione da parte degli istituti.

Commenti