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Il ring ad alta quota

Mentre gli incidenti aerei sono sempre meno, aumentano quelli dovuti a risse e maleducazione e persino a topi e scarafaggi

Il ring ad alta quota

Ad alta quota se ne vedono di tutti i colori. Topi che scorrazzano tra i sedili, scorpioni che cadono dalle cappelliere, risse tra passeggeri, tra hostess e passeggeri, tra personale di bordo, schiaffi tra piloti. Posti di pilotaggio abbandonati, mancate collisioni con droni, con missili, con altri aerei, errori operativi talmente banali da sembrare impossibili, come dimenticarsi di ritrarre il carrello dopo il decollo, rischiare di atterrare sulla pista sbagliata, oppure portare l'aereo a una destinazione completamente differente a causa di dati mal caricati.

Notizie che non sempre raggiungono le pagine dei giornali anche se vengono obbligatoriamente segnalate alle autorità aeronautiche dei rispettivi Paesi. Oggi, comunque, ogni stranezza in volo trova decine di telefonini pronti a diffonderne le immagini, costringendo protagonisti, compagnie e autorità alle rispettive responsabilità. Tutti ricorderanno, meno di un anno fa, le agghiaccianti immagini di un passeggero prelevato a forza dal sedile e scaricato a braccia dal personale della United perchè il volo Chicago-Louisville era in overbooking.

I numeri tuttavia mostrano uno strano paradosso: mentre calano gli incidenti con vittime, tanto che il 2017 è stato l'anno record sul piano della sicurezza nel trasporto aereo commerciale, aumentano i piccoli incidenti, quelli che non fanno notizia e che restano nei libri mastri degli uffici. Per esempio, un topo in un albergo è più che altro un ospite di troppo; un topo in aereo (l'ultimo episodio noto, pochi mesi fa) rischia di rosicchiare dei cavi mettendo in pericolo la vita di centinaia di persone. Le mancate collisioni, poi, sono centinaia all'anno; ma sono, appunto, mancate, e non hanno eco.

A dismisura invece stanno aumentando i rischi provocati dai compagni di viaggio e, spesso, dal personale di bordo: un battibecco che si traforma in litigio, che poi coinvolge altre persone e diventa una rissa, sfuggendo di mano (...)

(...) a tutti. L'ultimo episodio avvenuto nel variopinto mondo dei viaggiatori è di poche settimane fa. Un po' ripugnante da raccontare, ma talmente comico che i lettori ci scuseranno.

Su un volo Transavia da Dubai ad Amsterdam un uomo con evidenti problemi intestinali (e di educazione) ha cominciato a produrre flatulenze a raffica, a danno dei passeggeri più vicini, che si sono infuriati per il crescente, odoroso rumoreggiare. Nè le proteste, né l'intervento delle hostess e del comandante sono riusciti a evitare che la situazione degenerasse, e di lì a poco sono volati schiaffi e pugni. L'epilogo è stato un atterraggio fuori programma a Vienna, ove sulla pista la polizia era in attesa dei quattro protagonisti dell'episodio, petomane compreso. Un aereo costretto a un atterraggio fuori programma (in gergo, pan pan pan, mentre l'atterraggio d'emergenza, chiamato myday, è solo quello reso necessario dal rischio di vite umane) significa ritardi di ore, coinvolgimento delle autorità di polizia, costi aeroportuali e non solo, perdite di coincidenze, cambi di programmi...

CARRELLO APERTO IN VOLO

Sappiamo già che nel 2018 non ci sarà un nuovo record di sicurezza per il trasporto aereo, perchè l'anno non si è aperto altrettanto bene. Ma ci si aspetta, in ogni caso, che l'intera macchina organizzativa possa funzionare per evitare episodi non fatali ma tutt'altro che rassicuranti. Per esempio, quello che è accaduto a fine luglio 2017 su un Airbus 320 di Air India, tra Kulkata e Mumbai ha dell'incredibile: l'aereo per tutto il volo non è riuscito a raggiungere la normale operatività perchè risultava stranamente frenato. Se ne sono accorti verso l'arrivo: i piloti non avevano retratto il carrello subito dopo il decollo. Su un Londra-Mumbai il comandante donna e il suo copilota si sono presi a schiaffi; poteva finire lì, invece, nel pieno del litigio sono usciti dalla cabina di pilotaggio lasciando incustoditi i comandi dell'aereo. Fatto in sé gravissimo (anche se il pilota automatico supplisce ampiamente) che è costato ai due la sospensione dal servizio. Sempre lo scorso anno, ancora in India Paese nel quale la frequenza degli incidenti è considerata conseguenza dell'eccessiva crescita un aereo della Jet Airways in volo da Mumbai a Londra è stato intercettato fuori rotta nel cielo della Germania in quanto il pilota aveva sbagliato a sintonizzare la corretta frequenza dei dispositivi di bordo. Episodio che ne ricorda un altro risalente al 2016, quando un volo con 212 passeggeri a bordo decollato da Sydney e che avrebbe dovuto dirigersi a Kuala Lumpur, in Malaysia, è invece atterrato a Melbourne, sempre in Australia, mancando la meta per 11mila chilometri. La causa fu individuata nell'inserimento errato delle coordinate del volo. Una volta accorti, era troppo tardi per procedere a correzioni.

TRADIMENTI E SCHIAFFI

Se gli aerei che finiscono fuori pista sono numerosi e nel panorama mondiale rappresentano una routine, ci possono essere episodi più complessi e sgradevoli: come quello di un Air Canada in atterraggio, per ben sei volte avvertito dalla torre inascoltata - di riprendere quota, che invece ha ignorato ogni istruzione atterrando (fortunatamente) senza conseguenze. O quello, recentissimo, di un altro Air Canada con 140 passeggeri che all'aeroporto di San Francisco ha rischiato di atterrare sulla pista di rullaggio occupata da quattro aerei. Si parlò di una tragedia sfiorata (si pensi: un tamponamento a catena...), ma qualcosa che non accade è, di per sé, una non-notizia. A Catania, la ruota di un Boeing 737 di Meridiana si è staccata dal carrello ed è caduta su una spiaggia deserta. Poteva andare peggio. Molti anche gli incidenti a terra, con piccoli urti provocati dall'intenso traffico di aerei, carrelli e bus in aeroporto. Il caso più storico di questo genere, datato 1999, non riguarda aerei commerciali, ma i ben più blasonati aerei di Stato. All'aeroporto i Mosca l'aereo i Boris Eltsin tamponò sonoramente l'aereo di Stato utilizzato dall'allora presidente del Consiglio, Massimo D'Alema. Non solo questi e il suo seguito dovettero rientrare in Italia con mezzi diversi, ma il DC9 fu abbandonato e demolito sul posto, perchè i danni non furono riparabili. Oltre all'incidente aereo, si sfiorò anche l'incidente diplomatico.

Le risse a bordo hanno le origini più fantasiose dalla posizione del bagaglio, alla temperatura dei ravioli, all'accesso di alcol, anche allo stress degli equipaggi. A Fiumicino, qualche anno fa, un coccodrillo di peluche lungo un metro ha provocato una lite tra una hostess Ryanair e la passeggera, poi obbligata a scendere. Molti i passeggeri urbiachi diffici da tenere a bada, frequenti le liti domestiche tra marito e moglie, che assumono altra dimensione in mezzo al pubblico. Curioso il caso di un passeggero su un Caracas-Roma che, svegliandosi da un pisolino si è ritrovato la fidanzata intenta a baciarsi con un altro. Botte da orbi, agenti a Roma in pista pronti all'arresto. Risse anche per piccoli diritti diversamente interpretati: il sedile reclinabile ha spesso suscitato proteste da parte di chi si è sentito troppo compresso. Quando accadde anche su un volo Alitalia la compagnia fu chiarissima: «Chi compra il biglietto, compra anche il diritto di reclinare il sedile».

SCHIACCIATI DAL VICINO

Grossi disagi (evitabili) sono provocati da parole che in aereo non si devono pronunciare mai, proprio mai, tantomeno a bassa voce (bomba, attentato, terrorismo...). Talvolta poi ci si mettono anche le celebrità. L'attore francese Gerard Depardieu, premuto dall'urgenza, qualche anno fa si è messo a far pipì nel corridoio perchè le toilette non erano ancora accessibili. Aereo rientrato, fastidi a non finire. L'attore americano Harrison Ford è avventuroso quanto Indiana Jones anche quando è ai comandi di piccoli aerei. Nel 2017 a New York rischiò una collisione con un aereo di linea perchè aveva sbagliato pista. Il suo curriculum era già vivace: anni prima era già uscito di pista in Nebraska e nel 2015 si era schiantato su un campo da golf a Santa Monica.

Il rischio è quantomeno di restare o tornare a terra. Poi ci sono i contenziosi dai risultati sorprendenti. Una donna inglese è stata risarcita con 20mila euro dalla Virgin Atlantic perchè la vicina obesa l'aveva letteralmente schiacciata durante il volo, «conficcandole un gomito nello stomaco e immobilizzandole una gamba con la sua mole». Al contrario, nessun indennizzo per un passeggero di prima classe della British che si è ritrovato a fare tutto il volo Nuova Delhi-Londra con un cadavere di fianco. Un'anziana era morta in classe economy ma essendo quegli spazi molto angusti era stata spostata su una poltrona vuota in prima, più ampia. L'uomo si è ritrovato la salma a sorpresa, svegliandosi, e ha vissuto l'incubo di un corpo che scivolava da ogni lato a ogni scossone.

Ha chiesto un risarcimento e la compagnia ha risposto: «Non se ne parla».

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