Cronache

Adesso il bullo mette in ginocchio il professore

Adesso il bullo mette in ginocchio il professore

Ed ora il solito pedagogo buonista ci dirà che per quello «studente problematico» ci vuole «uno psicologo», «un piano di recupero», «un progetto riabilitativo». Invece no. Quello studente delinquente (altro che «problematico») e tutti i suoi compagni di classe, piccoli-grandi vigliacchi che non hanno preso le difese del prof (anzi lo hanno deriso e filmato mentre veniva umiliato), meriterebbero la bocciatura. Le immagini da cui emergono chiaramente una serie di gravi reati da parte soprattutto di tre studenti, sono state trasmesse al Tribunale dei minori per avviare un procedimento penale. È la prima volta che accade. Stop. Fine.

Ogni altra pseudo-punizione sarebbe tempo perso. Illudersi di educare gente così con pochi giorni di sospensione o altre punizioni-farsa non ha senso. La scuola deve essere autorevole, certo. Ma anche autoritaria, quando serve. E in questo caso l'autorità serve, eccome. Le immagini che vengono da un'aula dell'Itc Carrara di Lucca sono di uno squallore incredibile: un alunno di un istituto superiore che si avventa su un docente impaurito, gli strappa di mano il pc, gli punta il dito in faccia, lo minaccia, gli urla in faccia: «Non farmi incazzare... devi mettermi 6... qui comando io... devi inginocchiarti», poi (spalleggiato da un altro compagno) prende un cestino dell'immondizia e lo scaraventa sulla cattedra, indossa un casco e prende a testate l'insegnante. Il professore è intimorito (era appena rientrato in servizio dopo un lungo periodo di malattia), non può o non sa reagire, la classe ride di lui ed esalta il delinquente. Di più: spuntano gli immancabili cellulari e la scena ignobile e la carica sui social. I frame della vergogna diventano virali. Il branco di vigliacchi esulta: pensa di avere immortalato una scena che testimonia la prova di forza vincente degli studenti contro il loro prof; in realtà quella classe di baby farabutti non sa di avere filmato solo la propria totale miseria umana.

L'episodio dell'Itc Carrara fa seguito a quello altrettanto inaccettabile all'Itc Da Vinci di Alessandria dove recentemente una docente è stata legata, derisa e filmata da alunni senza né cervello né cuore. In entrambi i casi il repertorio del day after è sempre lo stesso: prèsidi che cercano di minimizzare l'accaduto per tutelare il buon nome della loro scuola; genitori degli studenti bulli che definiscono l'episodio una «semplice bravata»; professori vittime delle aggressioni che, per quieto vivere (o per quella deleterio vezzo di mostrarsi amici dei propri alunni), perdonano i loro aguzzini.

Anche la reazione del preside dell'Itc Carrara non pare distaccarsi troppo da questo canovaccio: «Saranno presi provvedimenti, ci sono già 2-3 procedimenti disciplinari in corso - annuncia il professore Cesare Lazzari -. Un fatto gravissimo, l'insegnante è sconcertato. Ed è grave anche che non sia venuto a saperlo dall'interno della classe, ma da persone esterne. Questo silenzio, se non addirittura complicità della classe, è altrettanto grave rispetto al fatto in sé».

Anche l'Ufficio scolastico è stato informato. Una classe particolarmente problematica, sembra, in cui però l'istituto aveva da tempo avviato un percorso psicologico specifico. Lavoriamo sempre molto sugli aspetti psicologici che anche in questo caso non erano stati trascurati». Assurdo.

E se gli «aspetti psicologici» fossero stati «trascurati», cosa ci saremmo mai dovuti aspettare di peggio?

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