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"L'Europa sbaglia tutto: le concessioni balneari non si mettono a gara"

L'ex commissario Bolkestein smentisce l'Ue e si schiera dalla parte delle imprese italiane

"L'Europa sbaglia tutto: le concessioni balneari non si mettono a gara"

Giù le mani dalle spiagge italiane. Dalla Riviera romagnola al Salento, dalla Costa Smeralda alla Toscana e poi di nuovo giù lungo la Costiera le perle del nostro patrimonio turistica rischiano di essere messe all'asta a causa della famigerata direttiva Bolkestein.

Ma è davvero così? Oppure quel provvedimento ha rappresentato soltanto l'occasione giusta per tentare un colpo di mano da parte di speculatori internazionali? Per dare una risposta a questa domanda e soprattutto per mettere in sicurezza migliaia di imprenditori balneari e pure il commercio ambulante ieri si è tenuto un animato incontro a Roma presso la Camera dei deputati.

Promotrice dell'iniziativa Deborah Bergamini di Forza Italia che ha supportato nell'organizzazione dell'evento l'associazione Donnedamare, da sempre in prima fila con il suo presidente, Bettina Bolla, nella battaglia per difendere le concessioni balneari. Insieme sono riuscite a portare a Roma l'oramai ottantacinquenne Frederik Frits Bolkestein, l'economista olandese dal quale ha preso il nome la direttiva sulla libera circolazione dei servizi in seno all'Unione europea. Ed è stato proprio mister Bolkestein a tagliare corto su tutte le interpretazioni e le polemiche che si sono trascinate in questi anni.

«La direttiva che porta il mio nome non è applicabile ai balneari perché le concessioni rientrano nel contesto dei beni e quindi non rientrano nei servizi», ha ribadito più volte il padre della direttiva che si è detto sinceramente dispiaciuto dell'interpretazione errata data dal suo provvedimento. L'atto, approvato dalla Commissione europea nel 2006, intendeva favorire la libera circolazione dei servizi e l'abbattimento delle barriere tra i vari Paesi non mettere all'asta le spiagge italiane. Ed infatti in altri paesi come la Spagna, ha fatto notare la Bolla, la questione è stata risolta da tempo, concedendo una proroga di 75 anni alle concessioni.

Le spiagge e gli stabilimenti lungo le nostre coste, ha sottolineato il moderatore dell'incontro, Vittorio Macioce del Giornale, fanno parte della nostra storia e della nostra cultura e negli anni hanno contribuito a costruire l'identità del nostro Paese. Presenti all'incontro molti esponenti del centrodestra che negli anni si è battuto al fianco di balneari ed ambulanti. «Forza Italia sostiene da sempre la battaglia dei balneari e degli ambulanti italiani, con una posizione netta in merito all'applicazione della direttiva Bolkestein. - ha detto la capogruppo di Fi alla Camera, Mariastella Gelmini - Difendere queste imprese per noi è un imperativo, perché significa tutelare settori fondamentali per l'occupazione e la crescita economica del nostro Paese. Per questo abbiamo condotto in questi ultimi anni una battaglia chiara per evitare che vengano scippate tali concessioni a un comparto che include l'attività di oltre 30.000 piccole e medie imprese».

A salutare Bolkestein anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni. «L'ex commissario europeo Bolkestein ha confermato quello che sosteniamo da sempre: le nostre spiagge non dovrebbero essere soggette alla direttiva che porta il suo nome», ha poi detto la Meloni.

Il senatore azzurro Maurizio Gasparri avverte: la battaglia non è finita. «Abbiamo fermato la legge sulle aste ma si tratta soltanto di una proroga. - spiega - Il nostro impegno sarà quello di dire ancora una volta no alla cattiva interpretazione della Bolkestein. A prescindere dal colore del prossimo governo sappiamo che nel Parlamento ci sono i numeri per evitare che si facciano gare».

Il presidente di Assobalneari, Fabrizio Licordari si augura «che il nostro interesse nazionale non venga calpestato ancora una volta» e che il prossimo governo non sia succube «delle volontà dell'Unione europea».

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