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L'Udinese spaventa due volte il Napoli. Ma Sarri va a -4 dalla Juve

Doppio vantaggio friulano. Poi Milik suona la carica e gli azzurri si riavvicinano alla Signora

L'Udinese spaventa due volte il Napoli. Ma Sarri va a -4 dalla Juve

Undici minuti per ristabilire la distanza (netta) in classifica con l'avversaria di turno, salire a -4 dalla Juve fermata da un orgoglioso Crotone e dare ancora più interesse allo scontro diretto dello Stadium di domenica prossima. Il Napoli ridà forza al suo sogno tricolore con la decima rimonta stagionale (la nona che ha regalato i tre punti ai partenopei) in una notte nella quale un San Paolo tornato a essere pieno soffre come non mai. Gli azzurri passano da un possibile -9 che avrebbe messo in archivio il campionato alla rimonta che accorcia la classifica. Il poker finale - gli azzurri non segnavano così tanto da due mesi - è una lezione severa per un'Udinese che ha giocato a testa alta, ma dà l'idea di come il Napoli abbia diverse soluzioni per andare in gol.

L'asso nella manica, trasformatosi nella carta della disperazione di un Napoli poco brillante nell'ultimo mese e mezzo, è il polacco Milik che spacca la partita quando la truppa di Sarri ha rimesso in carreggiata un match che rischiava di chiudere in largo anticipo il campionato in vetta. Un tocco sotto porta sulla corta respinta di Bizzarri quello dell'attaccante, un bis meno spettacolare rispetto alla gara casalinga contro il Chievo ma ancora più importante nell'economia del torneo.

Applausi all'Udinese, che non si limita al ruolo di sparring partner anche perché era arrivata a Napoli con l'acqua alla gola (nove ko di fila diventati dieci ieri, sei calciatori assenti tra squalifiche e infortuni e un allenatore - Oddo - sull'orlo dell'esonero). L'atteggiamento dei friulani sorprende i padroni di casa, che propongono Milik titolare per la seconda volta in stagione: pressing alto, giocatori di fascia pronti a spingere, grandi pericoli creati su palle inattive. Quella che doveva essere la vittima predestinata diventa così un avversario ostico, capace di passare due volte in vantaggio ed essere sempre propositivo anche quando il Napoli riesce a riequilibrare la sfida.

La presenza del polacco al posto di uno scarico Mertens (43 gare su 44 giocate in stagione prima di ieri) garantisce anche combinazioni veloci e più centimetri, ma la manovra del Napoli non è sempre perfetta almeno nel primo tempo. Le occasioni non mancano (Bizzarri deve scaldare i guantoni già due volte nei primi dieci minuti), Insigne torna al gol dopo 5 partite, l'Udinese però rischia di fare male ogni volta che arriva dalle parti di Reina. Appare spesso distratta la squadra di Sarri, che incassa il gol di Jankto, a cui Reina nega il bis con la punta delle dita, e deve poi rimontare anche la rete di Ingelsson che segna con un movimento più da attaccante che da centrocampista.

Per fortuna il Napoli, che cambia anche pelle nel corso della sfida con l'utilizzo di Mertens, sa fare tanti gol (12 con quelli all'Udinese) su palle inattive: sono i centrali di difesa Albiol e Tonelli a sfruttare al meglio questa situazione e a siglare il rotondo risultato finale. Con la traversa di Perica sui titoli di coda che attesta la bella gara dell'Udinese, che se continuerà così non dovrebbe faticare a conquistare la salvezza. La notte delle emozioni alternate, dalla delusione all'entusiasmo, finisce con i cori del San Paolo.

E il Napoli prepara una valigia carica di sogni per la supersfida dello Stadium di Torino di domenica prossima.

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