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"Ora basta confonderci con gli svizzeri". Il re di Swaziland cambia nome al Paese

La svolta di Mswati III decisa pure per "smarcarsi»"dal passato coloniale

"Ora basta confonderci con gli svizzeri". Il re di Swaziland cambia nome al Paese

Non deve essere piacevole essere confusi con gli svizzeri. Specie se con l'antica democrazia elvetica non condividi alcunché, se non il fatto di non avere sbocchi al mare. Eppure al re Mswati III, sovrano del piccolo stato africano fino a ieri noto come Swaziland un territorio grande quanto il Lazio, incastrato tra Sud Africa e Mozambico , che il suo Paese all'estero fosse confuso con la Svizzera proprio non andava giù.

Così durante le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dell'indipendenza del suo regno, che coincide anche con il suo cinquantesimo compleanno, ha annunciato di aver cambiato nome al Paese. «Molti Paesi africani hanno cambiato il loro nome coloniale tornado a quello nativo, da oggi noi non saremo più Swaziland, ma Regno di eSwatini» ha spiegato il sovrano. «Anche perché ha aggiunto ogni volta che andiamo all'estero le persone ci confondono con la Svizzera». In lingua locale, lo swati, il significato del nuovo nome, il «luogo degli Swazi», è praticamente identico alla precedente versione, dove Swaziland stava per «la terra degli Swazi». Solo che la parola Swaziland era un misto tra inglese e swati, memoria del periodo britannico, mentre il re ha optato per un nome che non fosse compromesso con i vecchi dominatori.

Nulla di male: anche altri Paesi dell'Africa australe hanno cambiato nome. L'attuale Zimbabwe era conosciuto come Rodhesia, il Malawi come Nyasaland, il Lesotho come Basutoland e il Botswana fu Bechualand, giusto per rimanere alle ex colonie inglesi. Solo che tutti l'hanno fatto all'indomani dell'indipendenza, mentre Mswati III in carica dal 1986, al compimento del 18esimo anno d'eta ha scelto di cambiare solo mezzo secolo dopo. La decisione reale non ammette repliche e non attende ratifiche da parte del Parlamento, semplicemente perché in eSwatini un vero Parlamento non c'è. Il Paese, con un reddito medio di poco superiore ai 3mila dollari pro-capite - è infatti è l'ultima monarchia assoluta africana. Nel 2006 il re ha revocato al Parlamento anche i residui poteri in campo amministrativo che ancora esercitava, di fatto eliminandolo. Prima di lui, nel 1973, il padre Sobhuza II aveva già sciolto tutti i partiti politici e avocato a sé il potere legislativo.

Non è stato calcolato quanto costerà questo cambiamento alle esangui casse del regno, ma di certo non sarà poco: ci sarà da cambiare tutto, dalle divise della polizia ai documenti ufficiali, dalle targhe ai passaporti. E, onestamente, quello del nome era l'ultimo dei problemi del Paese: un terzo del milione e trecentomila abitanti vive in povertà, e altrettanti sono contagiati dall'Hiv. Al punto che nel 2001 il Mswati III ha introdotto la legge della castità per tutte le donne fino al ventiquattresimo anno di età.

Peccato che lui sia poligamo (ha 16 mogli) e assai libertino: porta ancora avanti l'antica tradizione dell'Umhlanga, una danza rituale che si tiene ogni anno.

Trentamila ragazze nubili tra gli 8 e i 22 anni danzano a seno nudo davanti a lui, mentre il re, a petto nudo, sceglie la sua prossima sposa: la prossima sovrana di eSwatini.

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