Cronache

Se un bacio cambia le regole della vita

Se un bacio cambia le regole della vita

Si sono rovesciati i ruoli. Roxy, otto anni, sembra una mamma amorevole che bacia e abbraccia Vicky, trentotto anni, la sua mamma, che sembra una bambinona grande il triplo, il quadruplo di lei. E che sta per andarsene. La vita fa questo, quando le tocca, e le tocca sempre, di fare i conti con la morte. La vita s'incazza dolcemente, ribalta il tavolo e butta all'aria le carte perché ha capito che il mazziere è un baro di professione, che il gioco è truccato in partenza. Roxy sapeva che la sua mamma-bambinona fra poco non avrebbe potuto più giocare, né a quel tavolo, né altrove, e allora scombina le regole che nessuno di noi ha mai accettato, prende in mano la situazione, assume il ruolo di madre e assegna a Vicky quello di figlia malata. È un bacio della buona (ultima) notte, quello che Vicky Fenn ha ricevuto e messo su Facebook. Il punto finale a una storia di ordinaria disperazione-speranza-disperazione durata due anni. Vicky aveva già perso il suo compagno, Bob, il papà di Roxy, e ora stava perdendo anche se stessa. Il tumore era terminale, ma il rapporto che la legava alla figlia era aurorale, limpido come acqua di fonte, puro, schietto. «Lei non è sciocca, sa esattamente che cosa sta succedendo, non le ho mai mentito. Voglio passare con lei il maggior tempo possibile», aveva detto la donna. Così è stato, per mesi e mesi, fino a questa fotografia in cui quattro labbra si toccano, si fondono, e non si sa più dove stia il confine tra la vita e la morte, in una simmetria che dipende dai punti di vista, dalle prospettive. Intorno ci sono apparecchi medicali assortiti come un corredo funerario, c'è una luce forte, persino eccessiva, luce da ospedale, sempre accesa come il fuoco del nomade nel deserto buio, per scacciare le fiere in agguato, e ci sono tanti, troppi cuscini per alzare ciò che si sta appiattendo definitivamente. Ma il centro dell'opera, perché questa è un'opera d'arte, è il braccio sinistro di Roxy che mostra una potenza caravaggesca, che vuole sollevare il comune peso del dolore, la carne ancora morbida di Vicky. La potenza di Roxy origina dall'atto del chinarsi sulla sua mamy, un gesto che la rende in un istante, in uno scatto, adulta. Invece il braccio destro di Vicky è abbandonato su quello di Roxy, è un braccio silenzioso, inerte, parla tacendo. Trent'anni hanno separato, in vita, Vicky e Roxy.

Trent'anni che sono più brevi di un attimo, in confronto all'eternità che ora le unisce.

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