Cronaca locale

Tre giorni di concerti dalle periferie al centro del mondo

Partirà il 18 maggio il festival che prevede 470 eventi in tutta la città. Atteso Capossela

Luca Pavanel

Anche quest'anno numeri da paura: in tre giorni 50 ore di musica per 470 concerti. Star e promesse, apertura alla Gam affidata ad Aziza Mustafa Zadeh, dall'Azerbaijan, chiusura con Vinicio Capossela. Tra le novità: l'esordio del Piano Center notturno. In sintesi: Piano City - diventata associazione - è un mare in musica. La manifestazione in città si allarga e punta ancor di più sull'internazionalizzazione. E questa volta ci si potrà pure «costruire» i propri itinerari d'ascolto.

L'indice di interesse per questo evento, che immerge Milano in un flusso continuo di musica, già lo si coglie alla presentazione dell'edizione settima, al via dal 18 maggio fino al 20 compreso. Affollata la sala a Palazzo Marino, solo posti in piedi. Con l'assessore alla Cultura (e compositore) Filippo del Corno che fa gli onori di casa da esperto quale è. Con lui, al suo fianco, i direttori artistici Ricciarda Belgiojoso, che snocciola il programma, e Titti Santini. Assente per impegni il sindaco Giuseppe Sala (probabilmente sarà presente al recital di inaugurazione, ndr), che ha affidato il suo pensiero ai comunicati: la manifestazione «è a tutti gli effetti la colonna sonora per eccellenza e d'eccellenza che pervade la nostra città in primavera - commenta il primo cittadino - racconta la vivacità, l'eleganza, l'apertura e l'amore profondo per l'arte».

In quei giorni, per i concerti, ospiti della capitale lombarda una sfilata di virtuosi - potendo - tutti da non perdere (info programma: www.pianocitymilano.it). Qualche esempio: sabato il funambolo del jazz Alberto Pizzo, la promessa cubana Marialy Pacheco, Django Bates, Sebastian Tellier. E ancora domenica: Arthur Jaffes, Asli Kilic e Davide Cabassi. A proposito di luoghi: per la prima volta la rassegna entra nell'Archivio di Stato e nell'Orto Botanico Città Studi, sabato 19 coi pianisti Rebaudengo, Takuya Otaki e la stessa Belgiojoso per dirne alcuni. Guai a perdere le «Piano Night», la prima venerdì 18, maratona che si apre alle ore 18 con Rrose; da segnalare l'incontro con Niklas Paschburg, chiusura affidata a Maja Alvanovic con i notturni contemporanei di Respighi, Nesic e Mompou. La seconda «Piano Night» col classicismo contemporaneo di Poppy Ackroyd, pianista e compositrice londinese. E ancora, dalla Francia Guillaume Poncelet, con un recital ispirato al suo recente album «88» suonato in piano solo insieme a brani inediti e improvvisazioni alla Keith Jarrett. Per gli appassionati di musica romantica, in particolare Schubert, una rara esecuzione dell'integrale delle sonate con l'introduzione (e poi le esecuzioni) di Luca Ciammarughi con altri - domenica dalle ore 10 alle 19 al Castello -. Non poteva mancare uno spazio sulla produzione del Novecento, otto concerti fissati alla Triennale di Milano al sabato, da tenere presente la proposta di Andrea Rebaudengo alla prese con musiche di Niccolò Catiglioni e Paolo Castaldi.

Tra gli altri luoghi la Fondazione Prada (domenica 20 il duo Gilda Buttà e Victoria Terekiev, poi Enrico Intra). Di più: il Teatro Girolamo che ospita Gabriele Baldocci; al museo della Scala Vincenzo Balzani. Torna l'orchestra dei 50 Toy Piano nata con Michael Nyman. Infine recital nelle case e il fuori Porta: decine di concerti ai confini della città (Villa Reale di Monza, Malpensa, Cassano d'Adda). La musica che entra in ogni luogo. Parchi e giardini, musei e scuole, ville patrizie e persino sedi di banche; non c'è posto in cui non si troverà un pianista a un certo momento del giorno, e in qualche caso, della notte. Interessanti le iniziative formative, vedi le tradizionali Piano Lesson e domenica alle ore 10.

30 sempre alla Triennale la presentazione della produzione pianistica del compositore Ligeti eseguita dai giovani della masterclass di Maria Grazia Bellocchio.

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