Cronaca locale

Ghedini, opera al Conservatorio con il figlio di Quasimodo

Luca Pavanel

L'opera arriva anche in Sala Verdi, al Conservatorio di Milano: per i dieci anni del Laboratorio «CantarInScena», l'auditorium si trasforma in teatro e accoglie, in doppia data - sabato 28 e domenica 29 aprile - un dittico «inedito», che mette insieme «Billy Budd» del compositore del Novecento Giorgio Federico Ghedini e «Suor Angelica» scritto dall'operista Giacomo Puccini.

L'occasione è duplice: i dieci anni del Laboratorio appunto, e il centenario della prima dell'opera pucciniana. Un lavoro di Puccini, quindi, che del Conservatorio fu allievo, insieme al titolo di Ghedini, che al Verdi insegnò composizione e che del Conservatorio fu direttore dal 1951 al 1962.

Ed è proprio nell'istituto che in quegli anni Ghedini lavora al proprio «Billy Budd» insieme al poeta Salvatore Quasimodo, a cui si deve il libretto; Quasimodo che all'accademia milanese insegnava Letteratura italiana. Non un caso quindi che, nel lavoro lirico, il ruolo del Corifeo nell'opera di Ghedini sia per le due recite milanesi affidato alla voce del figlio del poeta: Alessandro.

In campo, per le esecuzioni, i cantanti del Laboratorio in questione, il Coro di voci bianche del Conservatorio diretto da Edoardo Cazzaniga. E ancora l'Orchestra del Verdi, con le seguenti bacchette: Marco Alibrando (il 28), Diego Ceretta (29, per «Billy Budd») e Yusuke Kumehara (29, «Suor Angelica»). La regia è affidata a Sonia Grandis. Nel libretto è anche presente una breve intervista ad Alessandro Quasimodo, a cura della musicologa Pinuccia Carrer. «La musica è entrata nella mia vita da subito, attraverso mia madre, Maria Cumani - racconta Alessandro -, lei grande e moderna danzatrice creativa, cresciuta nel mito di Isadora Duncan e soprattutto di Martha Graham. Danzava su musiche di Chopin (il Preludio op. 28 n.15), Bartók e Bach; amava in particolare La plus que lente di Debussy che aveva riletto come la morte di Marguerite Gautier». Come e quando è diventato attore? «Ho avuto molti incontri e una corrispondenza con Emma Gramatica - aggiunge - Avevo 19 anni, le espressi il desiderio di diventare regista.

Lei mi disse: Ma se tu sei dietro le quinte, chi va in scena?».

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