Anche la pubblicità in radio si sente ben: +10%

Radiogiornale: il mondo radiofonico è in salute

Anche la pubblicità in radio si sente ben: +10%

A conferma della grande salute del mondo radiofonico (almeno rispetto a quella di altri media) arrivano anche i dati della raccolta pubblicitaria. Li ha raccolti l'Osservatorio Fcp-Assoradio, dove Fcp sta per Federazione Concessionarie Pubblicità. Il fatturato complessivo della raccolta pubblicitaria di marzo 2018 registra una crescita del 10 per cento rispetto allo stesso mese del 2017. L'ammontare totale è di 32.717.000 euro. «I dati del primo quarter confermano il buon avvio d'anno», ha commentato il presidente Fcp-Assoradio Fausto Amorese, aggiungendo: «Il dato progressivo, salito a +7,1%, è superiore alla media del mercato. La continuità della crescita, confermata anche da questo inizio 2018, è la cartina al tornasole del lavoro portato avanti negli anni da editori e concessionarie». Fin qui i dati contabili.

Ma è importante anche capire quali siano le ragioni che, in una generale fase stagnante o addirittura calante del mercato pubblicitario, porta il settore radiofonico a sventolare dati così positivi. Alla luce della stasi creativa di tv generalista e grande stampa, la radio ha saputo rinnovarsi conservando il contatto con le nuove generazioni e riuscendo a essere ascoltabile su tutti i «device», dal cellulare al tablet al pc, con la gratuità di sempre. In più, si è generalmente rinforzata l'interazione con il mondo social e con il fluire incessante delle notizie.

Perciò oggi la radio è il media che assicura più affidabilità e aderenza alle piattaforme generazionali degli ascoltatori, dai più giovani agli over 80.

Commenti