Cronaca locale

Il jazz è nei club: niente stagioni, qualche festival

Il jazz è nei club: niente stagioni, qualche festival

Anche a Milano il jazz continua a restare un genere di «nicchia», anche se non mancano i locali dedicati - pochi a dire la verità - e le iniziative. Si può dire che salga o che scenda di gradimento?

No, probabilmente non si può dire: finita l'apertura degli anni Settanta e Ottanta, il genere ha finito per «vivacchiare», ed è così da tempo. Tra i «suoi» posti: il Capolinea è rimasto leggenda, il Cà Bianca ha chiuso, Le Scimmie pure per dirne alcuni. Ma c'è stata qualche sostituzione, a parte il Blue Note - che allo stato resta il numero uno (anche se fa un po' di tutto) - ecco altri club come il Masada, la Buca di San Vincenzo, il «nuovo» Bonaventura. E ancora il Santeria Social Club, lo Spirit de Milano, John Barleycorn, infine la Salumeria della musica. Dopo JazzMi che ha portato nel capoluogo anche grossi nomi - vedi Jan Gabarek, Bill Frisell e Brad Mehldau - l'ultimo festival partito, per la verità, non è in città ma è il Jazz a Cremona (presso il museo del violino), con personaggi in agenda come Fabrizio Bosso, Omar Rosa&Yilian Canizares e Fabio Concato.

Restano le programmazioni delle scuole. Il grosso personaggio va in teatro, o spessissimo al Blue Note. Un pubblico di appassionati, certamente il genere non è di massa ed è uno dei meno «fortunati».

Lutto per la chiusura di «Aperitivo in concerto».

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