Cronaca locale

Leonvacallo, Beppe Sala fa il compagno: "Ormai il centro sociale va accettato"

Il sindaco: trattativa in corso con i Cabassi per uno scambio di volumetrie

Leonvacallo, Beppe Sala fa il compagno: "Ormai il centro sociale va accettato"

Nel lontano ottobre 2011 l'aveva promesso come «regalo di Natale alla città». L'allora sindaco Giuliano Pisapia, ex Rifondazione, aveva annunciato l'intenzione di mettere in regola il Leoncavallo, lo storico centro sociale della città. Ancora prima l'assessore alla Cultura della giunta Moratti Vittorio Sgarbi aveva provocatoriamente sollevato la questione puntando sull'arte dei graffiti. Ma la questione risale al prima mandato Albertini. La delicatissima operazione - che prevedeva una permuta delle aree tra l'ex cartiera di via Watteau di proprietà del gruppo Cabassi al Comune in cambio dell'ex scuola di via Zama - si era arenata in consiglio comunale per la opposizione trasversale dalla sinistra radicale guidata da Basilio Rizzo e l'opposizione di centro destra. Bene, ora il sindaco Beppe Sala ci riprova: lunedì pomeriggio, ma la notizia circola da giorni, ha confermato che «la trattativa per la regolarizzazione è in corso con la regia della Prefettura». «La posizione dell'amministrazione è quella di riuscire a recuperare questa situazione che ormai va accettata - ha spiegato Sala - perchè il Leoncavallo è una parte della città e non credo sia più il tempo delle polemiche. Nel rispetto delle regole, si può fare uno scambio tra la famiglia Cabassi, che restituisce l'immobile del Leoncavallo, e questo viene riassegnato in modo trasparente attraverso un bando a qualcuno che può fare qualcosa di pubblico». L'idea è uno scambio di volumetrie tra il Comune e il gruppo: «Il Comune può dunque dare ai Cabassi diritti che siano più o meno compensativi: mi sembra una buona soluzione» ha aggiunto. Va fatto «però con la regia della Prefettura» e «portando la questione in Consiglio comunale - ha poi spiegato -. Se ci sono queste condizioni io sono favorevole a finalizzare questo accordo»

Chiede lo sgombero Samuele Piscina, presidente del municipio 2 (Lega) che ha convocato da giorni una commissione per domani sera: «Le sentenze ci sono, le leggi sono chiare, sia mo davanti a un'occupazione abusiva, che tra l'altro crea disagi enormi al quartiere. Tutti i week end i residenti delle torri e delle vie adiacenti l'ex cartiera occupata dal 1994 sono costretti a subire schiamazzi fino alle 4 del mattino, per non parlare dei vandalismi contro i palazzi e le auto parcheggiate. Noi stiamo dalla parte dei cittadini e della legalità». Cosa propone? «Il Leoncavallo fattura un milione di euro l'anno può tranquillamente affittare un capannone e aprire un'attività legale, come fanno tutti».

Alla commissione sono stati invitati il sindaco Sala, l'assessore all'Urbanistica del Comune Pierfrancesco Maran, il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo, il Questore e il Prefetto, ma sembra che nessuno parteciperà. «Non è certo un atteggiamento democratico» attacca Riccardo Truppo (FdI), presidente della Commissione Sicurezza nel Municipio 2. «Giusto chiedere un parere ai residenti della zona. È ora che Sala la smetta di assecondare il suo elettorato più a sinistra per fini propagandistici» polemizza Alessandro De Chirico, vice capogruppo di Fi in Comune.

Tutto il centrodestra milanese è all'attacco su una questione che sa tanto di regalo agli amici «compagni»: «Un favore assurdo - commenta il consigliere comunale Silvia Sardone (Fi) - che può far prefigurare un danno erariale visto che si vorrebbero concedere volumetrie in cambio di un immobile privato con il solo scopo di riassegnarlo a chi lo ha occupato illegalmente».

«Il Leoncavallo è proprio una priorità per i milanesi?», si chiede il segretario del Carroccio Matteo Salvini.

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