Cronache

Quella sfilata "vaticana" del MET Gala tacciata di blasfemia

La sfilata del MET di quest'anno è stata a tema religioso. C'è anche una mostra sugli abiti dell'immaginario cattolico. Il Vaticano presenzia, ma qualcuno storce il naso fino a parlare di "blasfemia"

Quella sfilata "vaticana" del MET Gala tacciata di blasfemia

La sfilata del Met Gala di quest'anno è a tema religioso. Meglio: la mostra "Moda e Religione" del Met di New York ha coinvolto pure il Vaticano, che è arrivato a fornire quaranta "paramenti sacri" indossati negli anni dai pontefici.

Il sottotitolo dell'evento è "la moda nell'immaginario cattolico". Il tutto è basato sulle influenze del cattolicesimo nella moda occidentale. Normale, insomma, che la Santa Sede ne venisse a conoscenza. Meno consueto, invece, appare la "benedizione" ufficiale arrivata da Roma. La trattativa per arrivare a questo risultato è durata ben due anni. Le critiche non sono tardate. Qualcuno ha persino parlato di blasfemia. Del resto, come riportato anche da Il Foglio, hanno sfilato la cantante Rihanna vestita da papessa, Jared Leto "Cristo barocco", Kate Perry, sostenitrice della super - progressista Hillary Clinton, da poco ricevuta dal Papa e molto attiva sul fronte dei diritti promossi dalle comunità Lgbt, Sarah Jessica Parker con un presepe a farle da copricapo, Madonna mostratasi in una chiave non proprio evangelica e così via.

Tra gli oggetti messi a disposizione dal Vaticano per l'evento - secondo La Nuova Bussola Quotidiana - ci sono addiritura delle reliquie sacre: alcune di San Giovani Paolo II e di Papa Pio IX. Il coinvolgimento diretto, per essere esatti, è dei Musei vaticani. La mostra correlata al Gala in questione è stata presentata dal cardinal Gianfranco Ravasi, alla fine del febbraio scorso, a Palazzo Colonna. Un contesto, quello dell'annuale sfilata della costa Est americana, che non sembra troppo compatibile con la morale promossa dalla Chiesa cattolica.

C'era persino un cardinale a presenziare il lancio mediatico: il porporato americano Timothy Dolan, uno dei papabili ai tempi della successione a Benedetto XVI. Quello che parte della stampa aveva dato per vincente all'uscita dall'ultimo Conclave. L'uomo che sarebbe potuto divenire il primo "Papa americano". Non è andata così, ma Dolan adesso fa parlare di sè per delle foto che lo ritraggono accanto a protagonisti dello spettacolo a stelle e strisce presenti all'inaugurazione del MET. Qualcuno, insomma, si chiede cosa ci facesse un "principe della Chiesa" affianco a George Clooney e Anna Wintour "avvolti - scrive Mattia Ferraresi sul primo quotidiano citato - in una luciferina luce rossa".

Trash e istituzioni cattoliche unite in nome della moda? Certo è che in tempi di critiche tradizionaliste questa adesione della Santa Sede non sembra utile a stemperare il clima. La "Chiesa in uscita" di Papa Bergoglio, quella "spartana" del pontefice che non veste più abiti firmati e che non vive nei tradizionali appartamenti vaticani, a braccetto in una sfilata hollywoodiana.

Per qualcuno non è un bello spettacolo.

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