Cronache

Raid dei Casamonica al bar: quattro arresti per mafia

La Dda all'alba ferma gli esponenti del clan romano, applicando l'aggravante per crimine organizzato

Raid dei Casamonica al bar: quattro arresti per mafia

Gli abitanti della Romanina provano ad alzare la testa. In un quartiere di periferia soggiogato dalla violenza dei Casamonica, il riscatto degli abitanti parte dal coraggio del barista Marian Roman e di Simona Rossi, che hanno fatto scattare le manette ai polsi di Antonio Casamonica, Alfredo, Vincenzo ed Enrico di Silvio. I primi tre sono in prigione mentre il quarto è ai domiciliari e a loro i pm della Dda hanno contestato, a seconda delle posizioni, il concorso nelle minacce, lesioni personali e danneggiamento con l'aggravante, per la prima volta arrivato a tempo record, del metodo mafioso.

La frase «qui noi siamo i padroni, è tutto nostro», gridata il pomeriggio di Pasqua da uno dei balordi mentre aggrediva la cliente disabile, «colpevole» di aver difeso il titolare del Roxy Bar di via Barzilai, non lascia spazio a dubbi sul metodo intimidatorio tenuto dai quattro, «assurti a padroni del territorio», come scrive il gip Clementina Forleo nell'ordinanza di custodia cautelare.

Ieri mattina gli uomini della squadra mobile di Roma, dello Sco e del commissariato Romanina hanno arrestato Antonio Casamonica, 26 anni, con precedenti per estorsione, spaccio e detenzione di stupefacenti ed Enrico Di Silvio, 71 anni, con alle spalle i reati di rissa, danneggiamento, oltraggio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, spaccio e detenzione stupefacenti, mentre gli altri due, Alfredo Di Silvio, 22 anni, e Vincenzo Di Di Silvio, entrambi con precedenti per spaccio, sapendo di essere ricercati e sentendosi braccati, si sono costituiti alla stazione dei carabinieri di Tor Vergata. Gli investigatori hanno ricostruito i fatti nel dettaglio. Il pomeriggio del 1 aprile Antonio Casamonica e Alfredo Di Silvio, infastiditi verso il barista che non li stava servendo, si sono rivolti a una cliente, Simona, in fila alla cassa per pagare dicendo: «Questi rumeni di merda non li sopporto proprio». Irritati dal fatto che la donna prendesse le difese del titolare del bar, il primo le ha sfilato gli occhiali, mentre il secondo l'ha picchiata con la cinta, nonostante la vittima supplicasse di smetterla, spiegando di essere invalida civile e portatrice di handicap. Ma Di Silvio ha continuato con schiaffi, calci e le ha strappato dalle mani il cellulare quando lei ha cercato di chiamare i soccorsi. «Io ti ammazzoti ammazzo se chiami la polizia» le ha gridato e solo quando lei ha promesso che non avrebbe chiamato la polizia le ha riconsegnato il telefono.

Poi i due si sono allontanati su una Ferrari nera. Poco dopo nel bar è rientrato Alfredo con il fratello Vincenzo, che se la sono presa con Marian. Lo hanno schiaffeggiato, preso a pugni e colpito con una bottiglia urlando «qua comandiamo noi» e ancora «ti faccio chiudere questo bar... devi chiudere questo bar altrimenti ti ammazzo». Simona in ospedale ha riportato 20 giorni di prognosi, l'altro otto. Per un mese e mezzo il fatto è passato sotto silenzio. Ma dopo che le immagini della videosorveglianza sono state diffuse creando clamore, le testimonianze delle vittime hanno portato finalmente a una svolta.

I Casamonica nei giorni seguenti l'agguato hanno anche cercato di intimidire il titolare del bar, la moglie e la cliente. Enrico Di Silvio ha provato a offrire soldi per far ritirare la denuncia contro i suoi nipoti e davanti al rifiuto è passato alle minacce: «Allora volete la guerra!». Il Gip Forleo alla fine non ha dubbi.

«Si è trattato - spiega - di un modo per riaffermare il loro potere anche per disincentivare eventuali future reazioni, rendendo evidente a tutti quale trattamento sarebbe stato riservato ai soggetti che non assecondavano il loro volere».

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