Cronaca locale

"Nuovo Galeazzi, in estate i cantieri"

Il presidente Rotelli annuncia il via ai lavori che partiranno sull'ex area Expo

"Nuovo Galeazzi, in estate i cantieri"

Questa è la storia di un'impresa, o meglio di una scalata che ha portato il Gruppo San Donato a diventare il primo gruppo ospedaliero in Italia, con 18 nosocomi, 16mila dipendenti, oltre 5mila posti letto, e 4,3 milioni di pazienti curati ogni anno. Nel carnet il San Donato la più importante struttura di cardiochirurgia d'Italia, il Galeazzi punto di riferimento dell'ortopedia italiana, il San Raffaele, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, acquisito nel 2012 in piena crisi e portato in cima alle classifiche. «In sanità l'efficacia della cura va di pari passo con l'efficienza nell'amministrazione» il motto di Giuseppe Rotelli. Con la stessa cura e attenzione quasi maniacale con cui vengono seguiti i milioni di pazienti che varcano le soglie dei 17 ospedali lombardi carichi di dolore, sofferenza, angoscia e spiragli di speranza.

Al centro di questa impresa lunga 60 anni, raccontata nel Ritratto di un'impresa che cura il paese, curato da Allegra Groppelli per i tipi di Rizzoli, presentato ieri sera alla libreria Rizzoli in galleria Vittorio Emanuele, c'è sempre prima di tutto la persona. «Mio padre diceva sempre - racconta il figlio Paolo, 28 anni, presidente del Gruppo - davanti a noi non c'è un paziente, ma prima di tutto una persona». E come una persona di famiglia viene trattato in tutte le strutture e i reparti. Lo testimoniano gli aneddoti e le storie raccolte nel volume, ma anche Giacomo Nizzolo, campione di ciclismo, curato per un tendine come in famiglia. «Mi sono capitati altri infortuni all'estero, ma non sono mai stato curato allo stesso modo» racconta davanti a una platea di medici, primari, infermieri, personale e vertici del gruppo, amici della grande famiglia allargata, giornalisti e il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti.

Una storia che affonda le sue radici nel 1957 a Pavia a opera di Luigi Rotelli, chirurgo e proseguita nel 1967 quando il figlio Giuseppe, avvocato, fonda a San Donato il suo ospedale di periferia. Nel 2013 il prof Rotelli si spegne passando il testimone di un impero della sanità privata ai figli Paolo, Marco e Giulia. «Ma l'eredità più importante che ha lasciato il professore - la testimonianza di Marco Centenari, ad delle cliniche bresciane del Gruppo - è una famiglia solida, unita, compatta e tesa all'eccellenza». Una famiglia che ha deciso di farsi le domande fondamentali che ogni uomo si fa a un certo punto del suo percorso: chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo arrivare. «Sono tre gli insegnamenti che mio padre ci ha lasciato - racconta Paolo - l'etica forte, perchè le competenze si accrescono ma (come direbbe Kant, associato più volte alla figura del prof, la legge morale è in me), il rispetto assoluto delle regole perché alla lunga paga sempre», e una lezione che è più una lezione di vita, dimostrata dai fatti. «Fai bene il tuo mestiere e avrai successo».

Questo il passato, per quanto riguarda il futuro «stiamo guardando sempre di più all'estero. In questo momento - spiega il giovane presidente - ci stiamo muovendo sui Paesi extra Ue, perchè grazie al nostro sistema sanitario nazionale abbiamo un know-how che nessun altro possiede. Questo interessa molto ai Paesi in via di sviluppo». L'Italia, secondo Bloomberg, è il paese più sano al mondo - ricorda Paolo Rotelli - questo perché il sistema sanitario nazionale pubblico, di cui noi siamo orgogliosi di fare parte, cura qualsiasi cittadino. L'altro tassello è la realizzazione del nuovo Galeazzi sull'ex area Expo: «I cantieri partiranno entro l'estate, perchè ci dovrebbero dare l'area in parte già bonificata. È stato modificato il tempo di consegna delle aree, il cronoprogramma è rimasto immutato.

Noi non abbiamo perso nemmeno una settimana».

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