Economia

Ora gli italiani rischiano lo stop al pallone in tv: le tre opzioni sul tavolo

Lo stallo potrebbe creare tensioni anche sui bilanci delle squadre di serie A

Ora gli italiani rischiano lo stop al pallone in tv: le tre opzioni sul tavolo

Divano, frittatona di cipolle, familiare di birra ghiacciata e via, con la partita in tv. Una scena resa celebre da Paolo Villaggio in «Fantozzi» e che ora, per colpa del caos sui diritti televisivi del calcio, rischia di diventare solo un ricordo.

Già perché l'ipotesi che la prima giornata del prossimo campionato di serie A possa giocarsi senza nessuna copertura televisiva non è fantascienza. Senza un accordo in tempi rapidi si rischia una «crisi del divano» con orde di appassionati impossibilitati ad assistere alla partita in tv della squadra del cuore e in piena crisi mistica.

Dopo che il tribunale di Milano ha accolto il ricorso di Sky, annullando il bando vinto da Mediapro, la situazione inevitabilmente si complica. Per gli appassionati di calcio, per i broadcaster ma anche per i club di Serie A. La Lega Calcio ha dato tempo fino al 22 maggio per trovare una soluzione e ottemperare agli impegni presi, con tanto di offerta da un miliardo e 50 milioni di euro per il prossimo triennio. Adesso gli scenari che si aprono sono sostanzialmente tre. Opzione uno: salta completamente il banco e nessuna tv trasmetterà le partite di serie A. Ma sarebbe un disastro per tutti e le possibilità che accada sono davvero scarse. Opzione due: si arriva a un accordo tra Mediapro e Sky, in perdita per gli spagnoli, ma con buona pace delle offerte miliardarie e dei tifosi. Oppure, in ultimo, che la lega Calcio decida di portare avanti il progetto di fare un proprio canale televisivo che produca e trasmetta in autonomo le partite.

Ma siamo già a metà maggio e i tempi stringono. L'ipotesi più probabile sembra essere un accordo tra le aziende, il che si deduce anche dalle parole del commissario straordinario della Lega e presidente del Coni Giovanni Malagò. «La scadenza del 22 maggio per la presentazione della fidejussione da parte di Mediapro vale ancora, oggi più che mai», ha detto, facendo intendere che sarà in prima linea per favorire un accordo in tempi brevi. Anche Sky sembra allineata e si dice «Pronta come sempre a fare la sua parte con un'importante offerta che possa dare certezza a tutti gli appassionati e allo stesso tempo garantire il futuro dei club e di tutto il sistema calcio».

Già perché è tutto il carrozzone del calcio a tremare. Senza fideiussione le società non possono cominciare a scontare i propri crediti presso le banche e quindi si apre un problema non da poco di gestione amministrativa per le società. Gli introiti dei diritti tv, che valgono a seconda dell'importanza della squadra tra i 24 e gli oltre 100 milioni a stagione, vengono utilizzati come garanzia presso le banche per disporre di liquidità immediata. Venendo meno questa possibilità, praticamente tutte le società di serie A avrebbero enormi difficoltà nella gestione ordinaria, nella presentazione dei bilanci, nell'organizzazione del calciomercato per la prossima estate, e, in casi limite, potrebbe essere a rischio addirittura l'iscrizione al campionato.

No, non è soltanto un gioco.

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