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Il M5s prepara la sceneggiata "Contratto votato su Rousseau"

Casaleggio a Roma annuncia la votazione online tra gli iscritti: «Sarà vincolante». I dubbi sulla piattaforma

Il M5s prepara la sceneggiata "Contratto votato su Rousseau"

La ratifica. Visto, si approva. Davide Casaleggio, nelle vesti di «amministratore delegato» del Movimento Cinque Stelle, è calato a Roma per mettere il timbro aziendale sul governo con la Lega di Salvini. Affiancato da Alfonso Bonafede, fedelissimo di Di Maio, dalla (ex) «pasionaria» Paola Taverna e da Enrica Sabatini, giovane consigliera comunale a Pescara, socia dell'Associazione Rousseau e astro nascente del «casaleggismo», il guru ha presentato al Senato la funzione dello «Scudo della Rete». Alla fine, Casaleggio, non si è avventurato in ragionamenti politici. Ma ha parlato in termini operativi e, appunto, aziendali. «L'eventuale contratto di governo sottoscritto da Lega e M5s - ha spiegato l'imprenditore - sarà posto ai voti sulla piattaforma Rousseau». E, alla presenza dei rappresentanti politici delle tre «correnti» del Movimento, ha messo di fatto il cappello sul contratto di Di Maio. Parlando di «ratifica» da parte degli iscritti. Che, presumibilmente, saranno chiamati a esprimersi con un sì oppure con un no, senza entrare nel dettaglio delle proposte messe a punto dal tavolo tra stellati e leghisti. Casaleggio ha specificato che «il voto degli iscritti sarà vincolante». Tradotto: potrebbe far saltare il governo gialloverde. Un referendum interno, controllato da un'azienda privata, metterebbe a rischio due mesi di vertici, trattative, messaggini e telefonate tra Salvini e Di Maio.

Il guru ha citato le esperienze di «partecipazione diretta dei cittadini» gestite dallo Stato in Estonia. E poi la velata minaccia: «Se fosse già disponibile da parte dello Stato un sistema di partecipazione attiva, di discussione delle leggi, della integrazione dei cittadini all'interno delle scelte politiche, sarebbe sicuramente la soluzione migliore». A dimostrazione che alcune insinuazioni degli scorsi giorni, tra cui quella del dem Matteo Richetti, su un Casaleggio pronto a mettere le mani sulla Pa col M5s al governo, non sono le solite maldicenze. Per il momento Rousseau resta uno strumento per «la partecipazione degli iscritti del Movimento Cinque Stelle alla vita del Movimento Cinque Stelle». Con tutte le falle e le ombre del caso. Primo: la sicurezza delle votazioni. Il sistema, secondo molti esperti, «è obsoleto e bucherellato come un gruviera». L'estate scorsa la piattaforma è stata violata da due hacker, il 3 agosto il «pirata» informatico Rogue­­_0 ha pubblicato i dati sensibili di migliaia di attivisti iscritti a Rousseau e al vecchio Blog di Grillo e il Garante della privacy ha aperto un'istruttoria per chiarire le responsabilità.

Collegata al problema della sicurezza è la questione del controllo dei voti da parte della Casaleggio. E siamo nel campo della «certificazione» da parte di un ente terzo. Su circa 70 votazioni online, la società terza di controllo (la Dnv, ndr) è stata indicata soltanto due volte: in occasione delle Quirinarie del 2013 e della consultazione sul Non-Statuto nel 2016. Le altre, comprese le Parlamentarie, restano avvolte nel mistero. E ieri, lo stesso Casaleggio, ha risposto in modo vago: «Sul mondo della certificazione stiamo lavorando in diverse direzioni, stiamo lavorando su un sistema di certificazione distribuito, al momento non posso dire quali saranno le date di rilascio di queste applicazioni». Poi ha tranquillizzato: «Comunque sarà un voto blindato e, come sempre, assicurato a tutti gli iscritti».

Ma chi se ne intende non si fida: «Senza l'indicazione di un ente terzo certificatore il voto non è sicuro».

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