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Gli anti-Cav masticano amaro e si sentono traditi dalle toghe

Saviano: «È terribile, tutto cambia perché nulla poi cambi» L'ironia di Grillo: «Povero, è vittima di episodi di bullismo»

Gli anti-Cav masticano amaro e si sentono traditi dalle toghe

R ehab in inglese indica tanto la riabilitazione da un'accusa o da una caduta quanto il percorso di disintossicazione da una dipendenza, di solito svolto in una clinica. La prima in questi giorni interessa Silvio Berlusconi, la seconda va consigliata invece all'esercito dei suoi odiatori tossici, che da quasi un quarto di secolo non smettono di vedere in lui il luciferino epicentro di tutte le nequizie italiche.

Ovvio quindi che alti lai abbiano seguito il provvedimento a immediata esecutività del Tribunale di sorveglianza di Milano che ha sbianchettato gli effetti della legge Severino sulla condanna che l'ex premier aveva subito nel processo sui diritti tv. Berlusconi come nemico perfetto va sempre su tutto. Estate, autunno, inverno e ancor meglio la primavera carica di nuvole meteorologiche e politiche che abitiamo ora.

Tace l'antiberlusconiano di ferro Marco Travaglio, che su B., come lo chiama lui, ha edificato un'intera carriera, e che ieri - a riabilitazione ancora non nota - discettava di conflitto di interessi in un'editoriale di scopo del Fatto Quotidiano volto a canonizzare il governo «Salvimaio» solo per dispetto al suo nemico numero uno. Tace (finora) Travaglio ma non il quotidiano di cui è direttore, che ospita un commento di Antonello Caporale («ansiosi e gaudenti, gli ascari di sempre già applaudono felici. Gli avversari, anche quelli più determinati, gli girano al largo per una comprensibile riverenza, stante l'esemplare condotta politica e l'autentica fede mostrata nella democrazia dell'alternanza. Chi, se non Lui, è il Sol dell'avvenire?») e una videointervista a Roberto Saviano in cui l'autore di Gomorra si scandalizza gattopardescamente (ma si era al Salone del Libro): «Berlusconi candidabile? Terribile. Tutto cambia perché nulla cambi».

Rosicano anche le anime belle del Movimento Cinque Stelle Lusso. E se Beppe Grillo ricorre all'ironia, che in fondo resta il suo attrezzo da lavoro («povero Berlusconi, è vittima di episodi di bullismo. Bullismo sul badante...»), il capogruppo al Senato dei «gialli» Danilo Toninelli taglia corto: «La riabilitazione poco importa. Berlusconi ha le responsabilità morali e politiche che aveva prima».

Irritazione anche a sinistra, nell'area politica ribattezzata Mng («Mai 'na gioia»). Andrea Orlando, ministro della Giustizia con foglio di via, è stizzito ma esibisce un fair play di facciata: «È la conseguenza di una legge della Repubblica e come tale va rispettata. Mi auguro che questo principio, che deriva da quelli costituzionali, possa essere tenuto a mente quando si riflette anche di recupero e riabilitazione di altre persone. Oggi il provvedimento che consentirebbe un percorso di recupero dei detenuti è fermo in Parlamento tenuto in ostaggio da M5s e dalla Lega». Si rivede anche (toh) Pierluigi Bersani, ieri in versione sfinge: «Silvio Berlusconi ha dato un contributo al Paese, non so se nel bene o nel male». Ma secondo noi lui un'ideuzza ce l'ha. E riecco anche Antonio Di Pietro, un altro che dell'antiberlusconismo di rito giudiziario ha fatto una bandiera: «Ma quale riabilitazione, ma quale eroe - dice l'ex magistrato di Mani Pulite -. Berlusconi non è una persona condannata ingiustamente o che è stata vittima di un errore giudiziario e che di conseguenza viene risarcita per un torto subito, ma è un condannato aver scontato metà della pena che gli è stata inflitta, ottiene dallo Stato la possibilità di ricominciare da capo a 80 anni e passa e nella speranza che non faccia più danni».

La tocca piano.

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