Mondo

Molestie verbali, in Francia primo via libera per la legge sulla violenza sessuale

In Francia è passata alla Camera la proposta di legge che prevede - tra le altre cose - multe a chi molesta verbalmente per strada. Polemiche da destra a sinistra

Molestie verbali, in Francia primo via libera per la legge sulla violenza sessuale

Il vortice Weinstein continua a colpire. Anche indirettamente. E tra poco non lascerà più scampo nemmeno a quei bonaccioni che lungo la strada si abbandonano a complimenti dopo il passaggio di qualche bella donna. Perché attenzione, ora questi apprezzamenti potrebbero avere un nuovo significato: quello di molestie. Succede in Francia, dove ieri sera, dopo tre giorni di accesi dibattiti all'Assemblea nazionale, con 115 voti a favore, 29 contrari e 25 astensioni, i deputati hanno approvato il testo presentato dal segretario di Stato per le Pari Opportunità, Marlène Schiappa.

Il testo, tra le altre cose, prevede anche delle multe per chi molesta verbalmente in strada. E la "punizione" per le offese a sfondo sessuale potrebbe costare fino dai 90 ai 750 euro. Ma non finisce qua: il "colpevole" dovrà infatti seguire un percorso di riabilitazione civica. Le critiche arrivano sia da destra che da sinistra. Emmanuelle Mènard parla del rischio di andare verso "una vera e propria caccia all'uomo", mentre per Danièle Obono, eletta parigina degli Insoumis, il testo approvato "squalifica il reato di oltraggio sessuale".

Questa nuova legge sulle violenze sessuali giunge proprio dopo l'ondata di rivelazioni su aggressioni e molestie sessuali, sulla scia del caso Weinstein e delle vaste campagne mediatiche di denunce sui social, con gli hastag "MeToo" e in Francia "BalanceTonPorc". Il punto più discusso è quello che riguarda l'età del consenso, fissata nella legge a 15 anni. Sotto questa soglia, un rapporto sessuale tra un maggiorenne e un minore sotto ai 15 anni sarà infatti considerato "aggressione sessuale" o "stupro". E l'accusa di stupro, quindi, non scatterebbe in automatico.

A questo punto, comunque, tocca al Senato pronunciarsi sulla proposta Schiappa. Ma per ora l'esame del testo non è stato inserito all'ordine del giorno delle prossime sessioni.

Chissà perché.

Commenti