Cultura e Spettacoli

Per noi un risultato onorevole. Ma forse meritavamo anche di più

Per noi un risultato onorevole. Ma forse meritavamo anche di più

Il premio come miglior attore a Marcello Fonte, protagonista di Dogman, di Matteo Garrone, ha un po' il sapore del premio di consolazione e non rende giustizia né al regista italiano né alla bontà delle scelte fatte dalla giuria internazionale di Cannes. Il fatto che il Premio della giuria sia poi andato al film Capharnaüm, della libanese Nadine Labaki, rafforza l'impressione, perché se dell'opera di Garrone si può contestare la visione di fondo che la anima, come chi scrive ha fatto, non è però in discussione la capacità con cui è raccontato, architettonica nel costruire e far interagire stati d'animo e panorami, con l'uso sapiente di una luce color acciaio a filmare la solitudine e la miseria. Nell'altro caso siamo invece di fronte a un film classicamente «telefonato» e dove tutti i topoi del sentimento e della disperazione sono portati sullo schermo per la commozione un tanto al chilo di chi guarda. Si badi bene, Nadine Labaki, sa fare il suo mestiere e Capharnaüm avrà sicuramente successo, ma si tratta di quell'usato più o meno sicuro, il mondo visto da un bambino povero, ma fiero, profugo, ma coraggioso, senza documenti, ma che avrà un futuro migliore, rassicurante insomma per un pubblico occidentale pieno di sensi di colpa. «Se la caverà» diciamo a film finito, e quindi non è il caso di preoccuparsi più di tanto. Discutibile anche, sempre rispetto a Garrone, il Gran Prix a Spike Lee, regista di un film dignitoso, ma di un genere visto mille volte, che oscilla fra commedia e dramma senza mai imboccare decisamente nessuna delle due. Di consolazione anche il premio per la miglior sceneggiatura a Alice Rohrwacher per Lazzaro felice? Per certi versi sì, visto che è stato assegnato ex aequo con il film dell'iraniano Panhai, per altri è il meritato riconoscimento a una regista giovane e con uno sguardo sicuramente nuovo anche all'interno dello stesso cinema italiano. La palma d'Oro al giapponese Un affare di famiglia, comunque ci sta tutta. Mentre la Palma d'Oro ufficiale, eccezione di questa 71° edizione, al film di Godard non ci sta per niente, ma i francesi nutrono verso questo regista il senso di colpa di non averlo mai premiato quando lo meritava..

.

Commenti