Cultura e Spettacoli

Che brutti libri si stampano! Impariamo da Vigevani...

I consigli di Alberto Vigevani

Che brutti libri si stampano! Impariamo da Vigevani...

È stato libraio, editore e grande scrittore (Sellerio ha da poco ripubblicato il romanzo L'invenzione, premio Bagutta nel 1970).

Alberto Vigevani (1918-99) viveva di libri, coi libri, per i libri. Se c'è qualcuno che sapeva cosa significa «fare» un bel libro, inteso anche dal punto di vista dell'oggetto, ecco... quel qualcuno è lui. E vale la pena ascoltare il discorso che tenne nel 1989 a Verona in occasione del Premio «Felice Feliciano» e che oggi è diventato un piccolo libro, non a caso stampato da un editore di alta qualità: Il libro nella sua specie più nobile (Henry Beyle).

E vale tanto più la pena ascoltarlo oggi, in tempi in cui - a proposito dell'«armonia» fra qualità del contenuto e qualità della forma - la pessima veste editoriale della maggior parte dei libri pubblicati è direttamente proporzionale al livello (medio) dei romanzi, per non dire dei saggi (prolificano quelli divulgativi, si contano su una riga della tastiera Qwerty quelli scientifici). Se un'epoca si rispecchia (anche) nella propria editoria - così creativa negli anni '60, così impegnata nei '70, così «giovane» negli '80... - oggi siamo in un stagione di analfabetismo di ritorno. Con le dovute eccezioni (Vigevani citava Ricciardi, Adelphi e le collane di Munari per Einaudi, e noi possiamo aggiungere, pensando «in piccolo», e/o, Sur, Corraini, Italosvevo...) oggi si pubblica male e si stampa peggio. Tutto il contrario rispetto ai consigli di Vigevani.

Quali? Eccoli: attenzione al formato, il carattere e il suo copro, la carta, e sopratutto i margini, «questo candido respiro della pagina, che la tenacia iconoclasta, la pretesa originalità dei grafici e l'acribia degli amministratori contabili, spesso di provenienza non libraria, trascureranno. Non risparmiando sulle spese di rappresentanza, ma tagliando impietosamente su ogni spesa che accresca la qualità del libro, senza pensare che è nel libro, nel prodotto, la più vera rappresentanza di un editore che si rispetti». Parole, viene da dire, da stampare (e per fortuna Vigevani non fece in tempo a vedere certe copertine di blasonati editori...

).

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