Cronache

La rabbia di Bruno Barberini, il killer di Marta già libero: "Se lo trovo non torna in cella"

Bruno Barberini promette vendetta contro l'uomo che ha ucciso sua figlia con una dose di eroina. La condanna era di 7 anni ora è libero dopo 4

La rabbia di Bruno Barberini, il killer di Marta già libero: "Se lo trovo non torna in cella"

"Contavo i giorni per aspettarlo fuori dal carcere. È uscito prima. Ma lo troverò": parla la rabbia e la delusione per Bruno Barberini, papà di Martha, ragazza milanese uccisa con un'overdose da un punkabbestia.

"Se lo trovo..."

Una rabbia interamente indirizzata a Igor De Pretis, punkabbestia romano che la notte tra il 13 e il 14 agosto 2011 bucò il braccio della 20enne milanese uccidendola con una dose di eroina . "L'ho avuto per le mani un'ora e mezza, il giorno dopo che aveva iniettato in vena la droga a mia figlia. Se lo trovo io non lo faccio tornare in carcere" ammette senza paura il papa di quella ragazzina.

La pena di 7 anni inflitta dal giudice a De Pretis è stata già a 4 anni e mezzo e ora è un uomo libero. "Mia figlia aveva appena compiuto 20 anni. Mi sono reso conto sulla mia pelle di quanto sia allo sbando questo Paese. Non sanno da dove iniziare, non sono capaci, alla gente non frega niente di una figlia che sono costretto a immaginare attraverso un'urna di 30 per 20 centimetri".

La tragedia

La ragazza ha trovato la morte a Roma, dove era stata invitata per un rave party: "Durante quella settimana di vacanza ci siamo sentiti, eravamo rimasti d' accordo che sarebbe tornata a Milano per festeggiare il mio compleanno il 14 agosto, a pranzo", spiega il padre su Il Tempo. Ma la giovane non fa rientro a casa, dove invece arriva la telefonata dei carabinieri. L'uomo è sconvolto dal dolore e decide di recarsi in caserma con la sorella, e spiega: "Io non ce l' ho fatta, è a lei che hanno mostrato la fotografia di Martha, comunicandole che era all' obitorio del Verano. Sempre con lei sono partito immediatamente per Roma".

L'arrivo nella Capitale è a sera. E Barberini l'indonamani si reca al commissariato San Basilio: "I poliziotti non si muovevano, così gli ho detto che avrei fatto da solo. Mentre scendevo le scale, mi è venuto incontro uno chiedendomi se fossi armato. Avevano paura che lo trovassi e lo ammazzassi. Mi hanno dato una macchina di supporto, una Panda bianca per passare inosservati, con due agenti".

Il padre riesce a rintracciare tramite Facebook il gruppo con Martha era la sera del rave e addirittura il ragazzo con cui si trovava poco prima di morire. "Ho rintracciato questo Igor e gli ho dato appuntamento nella piazza dove il giorno prima mia figlia era stata caricata in fin di vita su un' ambulanza che l' avrebbe portata ormai cadavere all' ospedale Pertini - prosegue Barberini -. L'ho fatto salire in macchina per andare a caccia del pusher che aveva venduto la dose a mia figlia, giurava di sapere chi fosse. Sono entrato nei call center dei marocchini, dei senegalesi, luoghi di spaccio, posti assurdi. Si è preso gioco di me e solo quando l'ho riportato dove l'avevo incontrato, senza niente in mano, i due agenti che mi seguivano lo hanno identificato insieme a tutta la banda. Io gliel'ho consegnato e loro non hanno fatto nemmeno un minuto di indagine, lasciandolo libero di andarsene in Francia dove un anno e mezzo dopo è stato arrestato. Le cose sono due: o gli investigatori sono degli incompetenti oppure il magistrato che ha preso l'incarico al posto del primo è un genio. È stato evidente fin dai primi risultati dell'autopsia che mia figlia non si fosse bucata il braccio destro da sola, non essendo mancina. Ora l'ultima beffa, con la concessione delle attenuanti generiche" ammette su Il Tempo.

Ora che il ragazzo è stato scarcerato e Barberini vuole vendetta: "Lo troverò".

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