Cultura e Spettacoli

"Mi dicevano di smettere, invece torno sul palco più scatenato di prima"

La rockstar inizia un altro tour negli stadi: "Porto in tutta Italia lo spirito di Modena Park"

"Mi dicevano di smettere, invece torno sul palco più scatenato di prima"

Ma guardatelo Vasco, benvenuti nel suo mondo unico al mondo. «Io salgo sul palco e parlo chiaro, nelle mie canzoni c'è tutto ciò che penso».

Rockisland sul Molo di Levante a Rimini, locale rock per le ultime prove prima del Vasco Non Stop, ossia l'ennesimo giro negli stadi (data zero a Lignano il 27, debutto ufficiale il primo giugno a Torino). E basta il brano che aprirà i concerti, il pugno in faccia metal di Cosa succede in città, per accorgersi che un Vasco Rossi così era impensabile anni fa quando (morbosamente) lo davano per spacciato. «Ora la vita mi viene giù liscia come l'olio». È scatenato e lucidissimo, canta per i pochi fortunati del fan club come se fosse davanti a centomila persone, anzi a duecentomila come l'anno scorso al Modena Park, forse il concerto perfetto: «Quello è stato uno spartiacque, ma è irripetibile», spiega senza neanche accendersi una sigaretta perché, ebbene sì, Vasco ha pure smesso di fumare.

Dopo un successo del genere si potrebbe anche smettere e ritirarsi.

«E difatti qualcuno me lo ha consigliato ma io no, non posso, ormai sono abituato a tenermi a stecchetto perché poi devo salire sul palco, altrimenti chissà...». (sorride - ndr)

Adesso altri dieci concerti.

«Non c'è San Siro, ma ci tornerò il prossimo anno».

Nel frattempo ci sarà un nuovo disco?

«Nel frattempo (entro fine anno - ndr) uscirà una ballata femminile filosofica. Ormai, dopo Modena Park mi sento come Bob Dylan con il suo Neverending Tour, non mi fermo più». (sorride ancora - ndr)

Anche stavolta gli arrangiamenti sono molto aggressivi, talvolta quasi industrial.

«Le vecchie canzoni rock vanno rinfrescate, le ballate no. Il merito è anche di Vince Pàstano, che mi ha aiutato a fare arrangiamenti e scaletta, lui è il degno erede di Guido Elmi, che non c'è più. Anche la new entry Beatrice Antolini sarà una sorpresa, una polistrumentista che compatta il gruppo».

A proposito di novità: che cosa pensa di rapper e trapper?

«Forse sono i nuovi cantautori, non so. I testi mi sembrano troppo lunghi per i miei gusti. Però ci sono talenti. Ad esempio, Caparezza è un genio epocale».

Talento oggi sembra la parola decisiva.

«Ci sono molti più talenti di una volta. Ma non ci vuole solo talento, ci vuole anche la canzone».

Ultimamente quali le sono piaciute di più?

«A Sanremo mi è piaciuto Fabrizio Moro con Ermal Meta, che non conoscevo. A me i duetti non entusiasmano ma il loro è un bel testo».

E il Festival le è piaciuto?

«Claudio Baglioni è bravo ma stavolta poteva evitarsi di cantare tutti i suoi successi. Mi avevano invitato ma, se fossi andato, non avrei cantato un suo brano. Quando ho visto anche la Nannini cantare duettare con lui, mi sono detto non c'è più religione».

È un verso di Cosa succede in città. A proposito, come reagisce a cosa succede in politica? Ottimista o pessimista?

«Così, così. Non mi sento di condividere l'euforia di qualcuno».

Ma se diventasse Presidente del consiglio?

«Altro che dittatore artistico, io metterei a posto le cose, le cambio tutte». (sorride - ndr)

Una provocazione.

«Io sono un provocautore, no? Talvolta provoco per scherzo e poi mi dimentico di aver scherzato...».

La sua prima provocazione?

«Quando ho scritto Albachiara alla fine degli anni '70 non era semplice parlare di masturbazione femminile...».

Il significato di Fegato spappolato era più chiaro.

«Mi davano del drogato prima che io stesso conoscessi la droga. Il primo spinello l'ho fumato a 26 anni».

In concerto, durante Fegato spappolato, accenna a Enter Sandman dei Metallica.

«A Torino loro hanno cantato la mia C'è chi dice no. Sono la più grande metal band di sempre! Per me è stato come un Premio Nobel e ora li voglio ringraziare».

Intorno a Vasco ci sono da sempre entusiasmi, ammirazione e anche luoghi comuni.

«Molti cosiddetti perbenisti ancora non mi capiscono. Ad esempio Colpa d'Alfredo non è una canzone provinciale come si dice. Ma è La febbre del sabato sera raccontata in modo onesto e sincero, senza la patina del film con John Travolta».

In scaletta c'è anche Stupido Hotel.

«Celebra la più grande trasgressione per una rockstar: farsi una famiglia.

E Laura è stata la donna giusta per la mia più grande trasgressione».

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