Cronaca locale

Mille rom "ufficiali" e centinaia abusivi. Centrodestra e M5S chiedono i Daspo

Nei campi regolari vivono 642 nomadi, 312 in quelli "consolidati"

Mille rom "ufficiali" e centinaia abusivi. Centrodestra e M5S chiedono i Daspo

Quasi settecento nomadi (642 per l'esattezza) divisi tra i cinque campi regolari del Comune. Il più grande è quello di via Chiesa Rossa, dove convivono 271 italiani, sinti lombardi e rom harvati (croati), subito dopo viene il problematico campo di via Bonfadini 39 (con 182 persone, in larga parte italiani, rom abruzzesi e comunità miste gagi). A scendere, via Negrotto (103 sinti italiani o ex slavi), via Martirano (50 tra italiani, sinti e harvati) e Impastato, 12 famiglie italiane o di rom harvati. É la fotografia dei campi autorizzati, quelli che nel lungo periodo - ha annunciato il sindaco venerdì scorso - saranno chiusi. «É stato un modello fallimentare e non va ripetuto» ha ammesso Beppe Sala rompendo un tabù della sinistra. Ma il problema purtroppo è molto più vasto. In commissione Sicurezza ieri è stata presentata la mappa (parziale) della situazione. Ci sono altri 4 campi non autorizzati ma «consolidati e tenuti sotto osservazione». Significa appena un gradino sotto agli accampamenti regolari, i milanesi sono costretti a convivere da anni con Montebisbino, Vaiano Valle, Bonfadini 38, Cusago. Sessantuno famiglie, ossia 312 persone che del nomadismo hanno perso da tempo la vocazione. La fotografia dei rom presenti «ufficialmente» in città si aggira quindi intorno a quota mille. Ma c'è tutto un altro mondo di carovane e microcampi abusivi che va da via Cima a via Pusiano, Rombon, Casasco, Pestegalli, via Medici del Vascello, Pasolini, Jona, Schievano, Santander. E su cui anche ieri centrodestra e Movimento 5 Stelle hanno chiesto una linea più dura: «Un approccio troppo ideologico della sinistra ha portato a questa situazione» attacca Silvia Sardone (Fi), «le misure ci sono ma tardive, si applichino i Daspo» afferma Simone Sollazzo (M5S), arriva a invocare «di rispedirli in Romania come fece in Francia Sarkozy» Luigi Amicone, perchè «spendiamo soldi e tempo degli assistenti sociali in progetti di integrazione, ma i rom ci prendono in giro». La sua idea si scontra con la stragrande maggioranza di sinti italiani, napoletani o siciliani nei campi. Chiede «presidi fissi delle forze dell'ordine e Daspo» anche il capogruppo Fi Gianluca Comazzi e il vice Alessandro De Chirico mentre da sinistra Basilio Rizzo sostiene che «gli sgomberi senza un progetto spostano solo il problema da un quartiere all'altro, o piuttosto oggi gli sgomberi portano alle occupazioni di case popolari. Proviamo a destinare loro le cascine inutilizzare». L'assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo fa presente che dal 2012 ad oggi sono stati smantellati 11 campi, per un totale di 1.025 persone, ma non è dato sapere se sono le stesse che hanno iniziato a vagare - tanto per citare - da via Bonfadini a via Svevo. Da gennaio al 17 maggio i vigili hanno allontanato 8.540 persone (in molti casi sono sempre le stesse) e 2.791 camper. «Il Piano Rom prevede già il contrasto dell'illegalità ma dobbiamo essere più efficaci - ammette -. E la chiusura dei campi è l'obiettivo ma ci sono una serie di passi da fare, intanto miglioriamo pulizia e regole».

La prima azione forte potrebbe scattare in via Bonfadini, regno dell'illegalità.

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