Economia

La Cina riduce i dazi sull'auto ma con la Ue non c'è accordo

In discesa le tasse su veicoli importati da Usa e Europa Trump scontento: «Le trattative sono solo all'inizio»

La Cina riduce i dazi sull'auto ma con la Ue non c'è accordo

La Cina ridurrà i dazi sulle importazioni di auto e di pezzi di ricambio. Non è il solo segnale di distensione tra Pechino e Washington. Sulla scia dei colloqui commerciali, che avrebbero trovato una quadra domenica scorsa, le due capitali sono vicine a trovare un accordo anche per Zte, il gruppo cinese delle tlc che sarebbe stato costretto a chiudere le sue linee produttive perchè non poteva più importare componenti tecnologici statunitensi. Restano invece in alto mare i negoziati dell'Ue con gli Stati Uniti per l'esenzione totale dai dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio promessi dal presidente Trump: le offerte di Bruxelles sarebbero, per ora, giudicate insufficienti dalla Casa Bianca. Su acciaio e alluminio restano lontane anche le posizioni tra Cina e Usa. I dazi previsti resteranno in vigore nonostante le concessioni cinesi sulle importazioni di auto dove Pechino ha ridotto le imposte sulle importazioni dal 25 al 15 % a partire dal 1 luglio.

La riduzione del prelievo potrebbe avvantaggiare non soltanto i produttori automobilistici statunitensi come Tesla e Ford, ma anche europei e asiatici, da Daimler a Bmw a Toyota e Fca. Nel dettaglio, saranno soprattutto le automobili di fascia alta a risentire degli effetti di una riduzione delle tariffe perché la loro produzione è poco presente nel paese, a differenza di quella delle utilitarie. I dazi dal 25% al 15% riguardano 125 modelli di veicoli; altre quattro tipologie di tariffe sul settore scenderanno dal 20% al 15%; su 79 parti e componenti di veicoli i dazi passeranno al 6% dall'attuale 8-25 per cento. La Cina ha importato 1,22 milioni di veicoli nel 2017, pari a circa il 4,2% delle vendite totali del primo mercato al mondo delle quattro ruote di circa 28,9 milioni di veicoli. Dei 51 miliardi di dollari di valore, circa 13,5 miliardi sono rapportati al Nord America includendo anche i modelli di case non americane come Bmw. Pechino inoltre si è impegnata a cancellare il limite del 50% per le società straniere nelle joint-venture del settore automotive. Il tetto sarà rimosso già quest'anno per le auto elettriche e gli ibridi, mentre entro il 2022 la misura riguarderà anche le auto passeggeri. I marchi stranieri fanno la parte del leone in Cina, con circa il 55% del mercato nel primo trimestre del 2018. Anche perchè la maggior parte dei costruttori esteri produce localmente anche per l'export dato che gli Usa impongono dazi del 2,5% sulle importazioni di auto.

Quanto a Zte, la Casa Bianca e Pechino sarebbero vicine a un accordo. Il Wall Street Journal rivela che l'amministrazione Trump revocherà il divieto di import sul suolo americano dei componenti elettronici dell'azienda, che verrebbe obbligata a pagare una multa da 1,3 miliardi di dollari e cambiare il management. Zte era già stata condannata a marzo 2017 a 1,2 miliardi di dollari di multa. Il presidente Trump comunque non è contento delle trattative sottolineando che le discussioni sono solo all'inizio.

Chiara è dunque la volontà di contenere lo strapotere cinese sul fronte manifatturiero.

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