Cronaca locale

Spacciavano e maltrattavano i figli piccoli: una coppia allontanata dalla famiglia

I gemelli di 5 anni affidati ai servizi sociali con i fratelli maggiori pusher

Spacciavano e maltrattavano i figli piccoli: una coppia allontanata dalla famiglia

I due figli più grandi, di 15 e 19 anni, istruiti a spacciare, i due più piccoli, due gemelli di 5 anni, oggetto di continui insulti, minacce e botte. Per questo una coppia di disoccupati italiani, 50enne lui, 40enne lei, accusati di detenzione e spaccio di hashish sono stati raggiunti da un provvedimento di allontanamento dalla casa famigliare disposto dalla procura di Milano, e i loro figli (compresa la figlia di 9 anni) affidati ai servizi sociali e collocati temporaneamente in comunità protette. Il provvedimento è arrivato al termine di un'indagine condotta dal Nucleo tutela donne e minori della polizia locale durata un paio di mesi e scattata dopo le segnalazioni delle educatrici e delle maestre dei gemellini.

Per l'accusa, i piccoli arrivavano alla materna spesso in condizioni igieniche precarie e con preoccupanti graffi ed ecchimosi sul corpo, oltre a manifestare aggressività e malessere evidenti. Non solo, più di un genitore dei loro compagni aveva assistito allibito fuori da scuola agli schiaffi, alle umiliazioni e agli insulti gratuiti che il padre infliggeva ai due figli. Per 15 giorni le intercettazioni ambientali hanno registrato le violenze famigliari che si ripetevano nella casa popolare dove la coppia risiede con i cinque figli nella periferia sud della città. Secondo gli investigatori, l'abitazione in condizioni igieniche molto precarie costituiva un contesto degradato dove l'hashish era «onnipresente» e sistematicamente fumato davanti ai bambini dai genitori e dal figlio 19enne, sottoposto a obbligo di firma perché indagato per spaccio. Il provvedimento di allontanamento per maltrattamenti e violenze contro i figli, oltre che detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti è stato notificato dai vigili venerdì.

A coordinare le indagini il pm Michela Bordieri, il procuratore aggiunto Letizia Mannella che guida il pool a tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli della procura meneghina ha spiegato di essere rimasta «colpita positivamente dall'attenzione che hanno prestato le educatrici e gli altri genitori: non sono rimasti indifferenti ma hanno visto ciò che guardavano, conoscendo la sofferenza innocente di questi bambini». Il vicesindaco con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo ha evidenziato come in questa vicenda «ci sia stata un'importante assunzione di responsabilità da parte della direzione Educazione e della polizia locale, che ha condotto poi l'indagine».

Il comandante dei vigili Marco Ciacci ha fatto un bilancio dell'attività del Nucleo tutela donne e minori «partito nel 2008 con dieci unità e oggi formato da due ufficiali e 29 agenti tutti con almeno 15 anni di servizio». E i numeri sono significativi: «Nei primi quattro mesi del 2018 sono stati eseguiti 18 arresti, 50 denunce, 30 allontanamenti dalla famiglia e 18 collocamenti in strutture protette».

L'anno scorso, per i reati di violenza sessuale, stalking, bullismo, maltrattamenti di cui si sono occupati i vigili, in Procura sono stati aperti 322 fascicoli relativi ad altrettanti procedimenti penali in carico all'autorità giudiziaria, che hanno portato a 19 arresti, 205 denunce, 18 misure di allontanamento, 19 collocamenti in strutture protette.

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