Cronache

Assolto l'uomo che uccise la sua terapista con dieci coltellate

Il gup ha dichiarato che l'uomo era incapace di intendere e di volere

Assolto l'uomo che uccise la sua terapista con dieci coltellate

Il gup del tribunale di Brescia ha assolto Abderrhaim El Mouckhtari, il marocchino di 54 anni che aveva ucciso la sua terapista un anno fa, colpendola con dieci coltellate.

Nadia Pulvirenti, terapista per la riabilitazione psichiatrica, lavorava alla Cascina Clarabella, assunta poco dopo essersi laureata all'Università di Verona, in tecnica della riabilitazione psichiatrica, era nota per la passione e l'entusiasmo che contraddistingueva il suo modo di affrontare quel lavoro così delicato e complesso. La mattina del 24 gennaio dello scorso anno, la ragazza si era recata a casa di un suo paziente, che conosceva da almeno due anni, ospite di uno degli appartamenti della struttura riabilitativa di Cascina Clarabella.

Verso le 11 la ragazza entra nella casa, ma l'uomo afferra un coltello e inizia a colpirla alle gambe e all'addome. Nonostante i tentativi di difendersi e le grida, Abderrhaim El Mouckhtari non le lascia scampo. Mentre il personale della struttura soccorre la giovane terapista, l'assassino si dà alla fuga. Poco dopo viene fermato dai carabinieri, in stato confusionale, coi vestiti ancora sporchi di sangue, fatti raccontati dal Giornale, lo scorso anno.

Durante il processo, le perizie hanno confermato che le condizioni mentali dell'assassino sono alterate. Secondo quanto riportato dal Messaggero, l'uomo avrebbe chiesto, durante il corso del primo interrogatorio, di poter parlare con Nadia, per scusarsi di ciò che aveva fatto, segno della mancata capacità di rendersi conto di cosa fosse successo. Il gup del tribunale di Brescia, Alessandra Di Fazio, ha quindi assolto Abderrhaim El Mouckhtari, perché incapace di intendere e di volere. Ora l'uomo andrà in una struttura Rems, sostitutiva dei vecchi ospedali psichiatrici giudiziari, per dieci anni, data la sua pericolosità.

Ma c'è un'altra inchiesta aperta su questo caso. I genitori della ragazza, infatti, aspettano di sapere quale sarà il verdetto, rivolto ai responsabili della cooperativa Diogene, cui sono affidati i sercizi all'interno della Cascina Clarabella. A seguito dell'omicidio, dieci persone erano state indagate per omicidio doloso.

Secondo l'accusa, infatti, il delitto si sarebbe potuto evitare, se fossero state adottate le misure di sicurezza adeguate.

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