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Londra, da terra d'opportunità a città "sessista"

Secondo quanto pubblicato da un rapporto governativo inglese, le aziende multinazionali della City londinese non ritengono le donne all’altezza degli uomini in posizioni manageriali

Londra, da terra d'opportunità a città "sessista"

Le donne non sono al potere delle grandi multinazionali perché “i problemi trattati sono estremamente complessi”, “non sono posizioni che le soddisfano” e “non vogliono lavorare sotto pressione”. Ecco le frasi choc usate come scusanti dalle grandi aziende internazionali con sede a Londra, secondo quanto riportato da un rapporto appena pubblicato dal governo di sua Maestà in merito all’assenza di donne in posizioni di leadership.

Argomenti “patetici e condiscendenti” li ha definiti il governo inglese. Questi esempi sono tutte le scuse avanzate da alcuni importanti manager delle 350 maggiori società quotate a Londra ed esaminate dalla relazione di una commissione indipendente su richiesta del governo.

Nonostante negli ultimi anni il numero di donne sedute nei consigli d’amministrazione sia in netto aumento, raddoppiando la cifra registrata nel 2011, ciò che lascia senza parole è ancora questa diffusa idea sessista nei confronti della figura femminile. Nel 2018 molti uomini non hanno ancora accettato l’emancipazione totale della donna e nutrono ancora un pensiero arcaico della concezione del sesso femminile, relegate in silenzio in cucina a cucinare e all’occupazione continua dei figli e del marito, come recentemente affermato da un parlamentare in Giappone.

La sfida che il governo britannico ha lanciato a tutte le maggiori aziende quotate sugli indici di mercato londinese è cercare di alzare le proprie quote rosa sia in posizioni di leadership che all’interno dei consigli d’amministrazione aziedale entro il 2020.

“È scioccante che le aziende pensino che queste scuse pietose e paternalistiche possano essere motivi accettabili per tenere le donne lontane da posizioni di responsabilità”, ha dichiarato incredulo il Segretario di Stato per le imprese Andrew Griffiths.

Amanda Mackenzie, direttore esecutivo della Ong Business in the Community, che ha come missione un mondo aziendale più responsabile, ha affermato che la data corretta per la lista delle scusanti date dalle aziende è “il 1918 e non nel 2018”.

Tuttavia ci sono “molte ragioni per essere ottimisti” dato il recente obbligo delle aziende di pubblicare il divario retributivo tra uomini e donne e il continuo discutere sull’importanza dell’uguaglianza non solo salariale ma di genere.

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