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Dopo il naufragio dei migranti, Tunisi rimuove il ministro dell'Interno

Il naufragio in cui sono morti 112 migranti e alla base delle polemiche con Salvini è colpa "del vuoto di sicurezza". E Tunisi rimuove il ministro dell'Interno

Dopo il naufragio dei migranti, Tunisi rimuove il ministro dell'Interno

Dopo le polemiche per le parole di Matteo Salvini - che ha accusato la Tunisia di "esportare galeotti" verso l'Italia - e dopo il naufragio che tre giorni fa è costato la vita ad almeno 112 migranti (una cinquantina dei quali ancora dispersi) il governo della Tunisia punta il dito proprio contro il ministro dell'Interno tunisino, Lofti Brahem.

L'omologo di Salvini a Tunisi, infatti, è stato rimosso e il premier Youssef Chahid ha affidato la delega pro-tempore al ministro della Giustizia Ghazi Jeribi. Licenziati "per negligenza" anche dieci funzionari pubblici tunisini, tra cui i funzionari della Guardia nazionale con sede a Sfax e altri dell'unità marittima di Kerkennah.

Oggi Brahem ha dichiarato che "un'indagine preliminare" ha dimostrato che i funzionari hanno "direttamente o indirettamente" mancato l'esercizio delle loro funzioni e che negli ultimi due anni le isole tunisine di Kerkennah sono diventate una base di partenza per l'Europa a causa di "un vuoto di sicurezza" che trova le sue radici nei disordini che hanno scosso l'arcipelago nel 2016. Da allora "il numero di poliziotti è diminuito considerevolmente", ha dichiarato Chibani.

Inoltre, quando i migranti vengono arrestati nel tentativo di partire per l'Italia, vengono per lo più rilasciati dai tribunali, ha aggiunto un alto funzionario della sicurezza.

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