Cronaca locale

Polemiche e rischio ricorsi per le telecamere antismog

Il sindaco difende i divieti che scatteranno a gennaio; critica la Regione: "Misura forzata, meglio incentivi"

Polemiche e rischio ricorsi per le telecamere antismog

Una dozzina di telecamere accese dal 21 gennaio ai confini della città per fotografare senza via di scampo chi circola all'interno della «Low emission zone», praticamente 134 metri quadrati della città, con un'auto diesel fino alla categoria Euro 3, con mezzi a benzina Euro 0, motocicli Euro 0 a due tempi e mezzi pesanti oltre i 12 metri di lunghezza.

A regime, entro la metà del 2020, gli occhi elettronici saranno 180, verranno accesi gradualmente dal prossimo gennaio e nei mesi a seguire, ma già a ottobre 2019 il divieto sarà esteso ai diesel Euro 4, nel 2024 agli Euro 5 fino agli Euro 6 nel 2025. Il sindaco Beppe Sala ha anticipato due giorni fa dal Festival dell'Energia a Roma l'avvio delle multe elettroniche a partire dal 21 gennaio (prima il Comune farà una campagna di comunicazione per avvertire del rischio sanzioni per chi fa il furbo) e ieri ha sostenuto che nella prima fase «l'estensione del divieto invernale agli Euro 3 non riguarderà moltissime auto, poi troveremo le formule per concedere qualche permesso».

I commercianti e altre categorie produttive andranno presto all'assalto di Palazzo Marino. Le telecamere saranno accese nei giorni feriali e l'orario potrebbe essere omologato a quello di Area C, dalle 7.30 alle 19.30, con un'ora d'anticipo rispetto ai divieti regionali. Gli impianti dovevano essere un centinaio e sono saliti a 180 perchè il Comune ha dovuto rivedere il posizionamento tenendo conto dell'obbligo di garantire un'inversione a U regolare a chi legge i cartelli di divieto e vuole tornare indietro. Ma l'accensione progressiva degli occhi elettronici si presta sia al rischio di ricorsi (i multati potrebbero opporsi al trattamento diversificato rispetto a chi viene fermato dai ghisa) sia al fatto che molti semplicemente individuate le telecamere accese cercheranno di bypassarle e seguire altre strade. Sala non vede «il rischio di ricorsi ma semmai il rischio che qualcuno cercherà di entrare ugualmente contando sul fato che non è registrato e magari non verrà fermato dalla polizia locale. Ma queste buone pratiche conviene farle assorbire un pò alla volta, la nostra filosofia non è a divieti ma di accompagnamento verso il 2025 quando i diesel non circoleranno più. Ci serve partire per chiarire quando i diesel non potranno più circolare in città, in modo che ci deve cambiare auto o ne vuole comprare una usata sappia che noi andremo avanti». Precisa che il Comune non darà incentivi per acquistare auto ecologiche, «focalizziamo i contributi sul ricambio delle caldaie». Ci sarà un bando da 6 milioni per i veicoli commerciale. Bisognerà poi vedere sul campo come la polizia locale riuscirà a gestire il contraccolpo di una probabile valanga di sanzioni elettroniche da notificare nei tempi giusti.

Critico l'assessore regionale all'Ambiente Raffaele Cattaneo: «Alle politiche dei divieti io preferisco quelle basate sugli incentivi. La Lez è frutto di un'idea un pò forzata, l'inquinamento dell'aria è provocato in parte minore dal traffico». É «una pazzia che metterà in ginocchio aziende e famiglie - per il capogruppo della Lega Alessandro Morelli -. E 6 mesi di preavviso sono troppo pochi. Serve un contratto sulle strategie ambientali per i prossimi 15 anni».

Anche per Gianluca Comazzi (Fi) «lo scarso preavviso creerà danni».

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