Piano per riaprire i Navigli, "Via ai lavori entro il 2021"
12 Giugno 2018 - 08:51Sito web, opuscoli e dibattiti. Ma la giunta ha deciso Il progetto rivoluzionerà il traffico in zona Policlinico
«Non sarà un'operazione nostalgia» sostiene il sindaco Beppe Sala, anche se propone di ripercorrere al contrario la storia di Milano, scoprendo di nuovo i Navigli interrati tra il 1929 e la fine degli anni Sessanta. Nella prima fase del progetto si tratterebbe in realtà di una mini storia - cinque tratti del vecchio canale per un totale di due chilometri - ma in grado di stravolgere il sistema del traffico in alcune zone e l'immagine della città. A un anno di distanza dalla presentazione a grandi linee del piano a grandi linee, ieri in Sala Alessi il sindaco con l'assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini e il coordinatore del Comitato scientifico per la Riapertura dei Navigli, il professor Antonello Boatti, che ha lavorato con i progettisti di Mm e il comitato tecnico del Comune, è partita la consultazione dei cittadini. Nel 2011 tra i quesiti dei referendum promossi da Radicali e ambientalisti e votati da 451mila cittadini c'era anche la navigabilità dei Navigli, «ma ora - precisa Sala - andiamo a presentare ai milanesi un progetto molto dettagliato, spiegando i pro e i contro di lavori che creeranno ovviamente dei disagi e che hanno un costo» stimato in 150 milioni di euro. In zona Policlinico e De Amicis la viabilità sarebbe sostanzialmente trasformata, bisogna immaginare ad esempio un fiume d'acqua che scorre per 410 metri in via Francesco Sforza, tra via Laghetto e corso di Porta Romana, laddove oggi la carreggiata stradale è occupata da un traffico sostenuto. Ci sarebbe invece una sola corsia a servizio del Policlinico e dei residenti, un sistema di ponti per passare dall'università all'ospedale. Qualcuno in sala protesta, «come ci vado al Policlinico?». Sala prova a coinvolgere nella visione di lungo periodo, sostenendo che «tra dodici anni immaginiamo che si passerà da 52 auto ogni 100 abitanti a 40, e costruiamo la M4 per dare un'alternativa al mezzo privato». Sarà. Il sistema del dèbat public sul modello francese è stato scelto per consultare i cittadini e raccogliere proposte di miglioramento al posto di un nuovo referendum (5 incontri sono già fissati fino a settembre), il progetto è in mostra nel cortile di Palazzo Marino, è stato aperto un sito internet ad hoc (https://progettonavigli.comune.milano.it) e saranno distribuiti opuscoli che sintetizzano il «Progetto Navigli». Ma la sensazione se non la certezza è che la giunta abbia già deciso di procedere: «La capacità economica c'è e assicuro che non il progetto non sarà in alter ego al Piano periferie» - il governatore Attilio Fontana ha già garantito che la Regione parteciperà alle spese - e «in questo momento Milano può prendersi impegni coraggiosi, nella malaugurata ipotesi che ci si fermi al primo passo» e non allo scoprimento di 7,7 km che sarebbe la «fase 2» «avremo comunque realizzato un'opera idraulica tra la Martesana a la Darsena utile per scaricare le acque in eccesso». E fissa un obiettivo: «Via ai lavori entro fine mandato», ossia nel 2021.
I 5 tratti da scoprire sono in via Melchiorre Gioia, 815 metri da Cassina de'Pomm a via Carissimi con un camminamento pedonale al di sopra della quota dell'acqua con bar e negozi, alla Conca dell'Incoronata (circa 240 metri da viale Monte Grappa a via Castelfidardo), poi i 410 metri in via Sforza, altri 300 metri in piazza Vetra (da via Vettabbia a corso di Porta Ticinese), anche qui immaginando la strada non più ad alto traffico ma limitato a residenti e alcune categorie, e infine 260 metri di rimessa a funzione della Conca della Viarenna, da via Marco d'Oggiono alla Darsena. Non sarà modificata di molto la viabilità in questo tratto ma è prevista una razionalizzazione dei posti auto e la creazione di un sottopasso pedonale per collegare via d'Annunzio alla Darsena. Se i lavori partiranno nel 2021 ci vorranno 5 anni per vedere la fine.
Fabrizio De Pasquale (Fi) chiamerà «a raccolta gli scettici: è un'opera di arredo urbano finalizzato al turismo, un tubo di 7 km e 5 piscine».
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