Cronaca locale

Piano per riaprire i Navigli, "Via ai lavori entro il 2021"

Sito web, opuscoli e dibattiti. Ma la giunta ha deciso Il progetto rivoluzionerà il traffico in zona Policlinico

Piano per riaprire i Navigli, "Via ai lavori entro il 2021"

«Non sarà un'operazione nostalgia» sostiene il sindaco Beppe Sala, anche se propone di ripercorrere al contrario la storia di Milano, scoprendo di nuovo i Navigli interrati tra il 1929 e la fine degli anni Sessanta. Nella prima fase del progetto si tratterebbe in realtà di una mini storia - cinque tratti del vecchio canale per un totale di due chilometri - ma in grado di stravolgere il sistema del traffico in alcune zone e l'immagine della città. A un anno di distanza dalla presentazione a grandi linee del piano a grandi linee, ieri in Sala Alessi il sindaco con l'assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini e il coordinatore del Comitato scientifico per la Riapertura dei Navigli, il professor Antonello Boatti, che ha lavorato con i progettisti di Mm e il comitato tecnico del Comune, è partita la consultazione dei cittadini. Nel 2011 tra i quesiti dei referendum promossi da Radicali e ambientalisti e votati da 451mila cittadini c'era anche la navigabilità dei Navigli, «ma ora - precisa Sala - andiamo a presentare ai milanesi un progetto molto dettagliato, spiegando i pro e i contro di lavori che creeranno ovviamente dei disagi e che hanno un costo» stimato in 150 milioni di euro. In zona Policlinico e De Amicis la viabilità sarebbe sostanzialmente trasformata, bisogna immaginare ad esempio un fiume d'acqua che scorre per 410 metri in via Francesco Sforza, tra via Laghetto e corso di Porta Romana, laddove oggi la carreggiata stradale è occupata da un traffico sostenuto. Ci sarebbe invece una sola corsia a servizio del Policlinico e dei residenti, un sistema di ponti per passare dall'università all'ospedale. Qualcuno in sala protesta, «come ci vado al Policlinico?». Sala prova a coinvolgere nella visione di lungo periodo, sostenendo che «tra dodici anni immaginiamo che si passerà da 52 auto ogni 100 abitanti a 40, e costruiamo la M4 per dare un'alternativa al mezzo privato». Sarà. Il sistema del dèbat public sul modello francese è stato scelto per consultare i cittadini e raccogliere proposte di miglioramento al posto di un nuovo referendum (5 incontri sono già fissati fino a settembre), il progetto è in mostra nel cortile di Palazzo Marino, è stato aperto un sito internet ad hoc (https://progettonavigli.comune.milano.it) e saranno distribuiti opuscoli che sintetizzano il «Progetto Navigli». Ma la sensazione se non la certezza è che la giunta abbia già deciso di procedere: «La capacità economica c'è e assicuro che non il progetto non sarà in alter ego al Piano periferie» - il governatore Attilio Fontana ha già garantito che la Regione parteciperà alle spese - e «in questo momento Milano può prendersi impegni coraggiosi, nella malaugurata ipotesi che ci si fermi al primo passo» e non allo scoprimento di 7,7 km che sarebbe la «fase 2» «avremo comunque realizzato un'opera idraulica tra la Martesana a la Darsena utile per scaricare le acque in eccesso». E fissa un obiettivo: «Via ai lavori entro fine mandato», ossia nel 2021.

I 5 tratti da scoprire sono in via Melchiorre Gioia, 815 metri da Cassina de'Pomm a via Carissimi con un camminamento pedonale al di sopra della quota dell'acqua con bar e negozi, alla Conca dell'Incoronata (circa 240 metri da viale Monte Grappa a via Castelfidardo), poi i 410 metri in via Sforza, altri 300 metri in piazza Vetra (da via Vettabbia a corso di Porta Ticinese), anche qui immaginando la strada non più ad alto traffico ma limitato a residenti e alcune categorie, e infine 260 metri di rimessa a funzione della Conca della Viarenna, da via Marco d'Oggiono alla Darsena. Non sarà modificata di molto la viabilità in questo tratto ma è prevista una razionalizzazione dei posti auto e la creazione di un sottopasso pedonale per collegare via d'Annunzio alla Darsena. Se i lavori partiranno nel 2021 ci vorranno 5 anni per vedere la fine.

Fabrizio De Pasquale (Fi) chiamerà «a raccolta gli scettici: è un'opera di arredo urbano finalizzato al turismo, un tubo di 7 km e 5 piscine».

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