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Referendum in Irlanda per abrogare norme anti-blasfemia

Nuovo referendum nella Repubblica d’Irlanda. Questa volta, i cittadini dovranno decidere se abrogare o meno le norme costituzionali anti-blasfemia

Referendum in Irlanda per abrogare norme anti-blasfemia

Dopo quello sulla legalizzazione dell’aborto, nuovo referendum in vista per gli Irlandesi. Il Governo di Dublino, infatti, ha deciso di interpellare il popolo circa l’abrogazione delle disposizioni costituzionali che vietano esternazioni blasfeme. La consultazione dovrebbe avere luogo a ottobre, in concomitanza con le elezioni presidenziali.

La Costituzione del Paese, entrata in vigore nel 1937, all’articolo 40 statuisce: “La pubblicazione o esternazione di argomenti blasfemi, sediziosi o indecenti è un reato che va punito dalla legge”. Nel 2009, il Parlamento di Dublino aveva approvato nuove norme a difesa della morale pubblica, norme attualmente in vigore e che puniscono i comportamenti suindicati con ammende fino a 25.000 euro. Il Primo ministro Leo Varadkar ha precisato che la revisione delle disposizioni in questione è parte integrante del programma di governo. Sulla stessa linea del premier, il Ministro della Giustizia Charlie Flanagan. Egli ha dichiarato che l’articolo 40 e le leggi correlate non corrispondono ai valori nazionali di tolleranza e libertà di pensiero. Ribadendo la necessità di superare le restrizioni contenute nella Costituzione del 1937, Flanagan ha affermato che la Repubblica deve garantire protezione a tutte le confessioni religiose, non più soltanto alla Chiesa cattolica. L’Esecutivo ha quindi sostenuto che la modifica della legislazione anti-blasfemia aiuterà a migliorare la reputazione internazionale dell’Irlanda.

Sebbene l’ultimo procedimento penale per tale reato abbia avuto luogo nel 1855, i precetti introdotti nel 1937 sono stati ultimamente al centro di un caso dal grande impatto mediatico. La Polizia nazionale, nel 2015, agendo in base alle norme a difesa della morale pubblica, aveva aperto un fascicolo a carico dell’attore britannico Stephen Fry. Quest’ultimo, intervistato dalla televisione pubblica irlandese, aveva espresso commenti sarcastici sulla fede in Dio, definendo il Creatore “stupido” ed “egoista”. L’accusa di blasfemia avanzata dalla Polizia di Dublino nei confronti del comico aveva scatenato un acceso dibattito intorno al mantenimento in vigore di regole concepite nel 1937. Nonostante nel 2017 l’autorità investigativa avesse sospeso il procedimento relativo alle parole di Fry, l’Esecutivo Varadkar ha deciso di avviare l’iter di riforma dell’articolo 40. La modifica delle disposizioni a tutela della morale pubblica, contenute nella Legge fondamentale della nazione, dovrà necessariamente essere approvata tramite referendum.

Allo studio del Governo vi sarebbe una ulteriore revisione costituzionale, diretta a rimuovere gli articoli che enfatizzano il ruolo della donna come lavoratrice domestica.

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