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L'Unione è ormai in agonia: dall'asse con Berlino e Vienna nasce un nuovo equilibrio

Le politiche italiane dovranno guardare all'Austria di Kurz e alla Germania del ministro Seehofer

L'Unione è ormai in agonia: dall'asse con Berlino e Vienna nasce un nuovo equilibrio

L'Europa è morta, viva l'Europa. Il lato positivo nella vicenda Acquarius è quello d'evidenziare lo stato pre-agonico di un'Unione così divisa da non saper trovare un'intesa neppure su una barca con 630 migranti. Sulle rovine di quell'Europa spicca la triste figura di un Emmanuel Macron trasformatosi da auspicato salvatore dell'Unione a simbolo della sua inconsistenza. Bloccato dalla Germania nel suo tentativo di sottrarle la guida della Ue, umiliato da Trump nell'ultimo G7, il piccolo Napoleone tenta di prendersela con un governo italiano in cui vede il riflesso dell'arci-nemica Le Pen.

All'Eliseo non l'hanno capito, ma il nuovo asse delle politiche di Roma non passa né da Parigi, né da Bruxelles. Punta su Vienna per arrivare dritto a Berlino. È un asse generatosi spontaneamente dopo il vertice di Lussemburgo quando Germania, Austria e Italia hanno sepolto le inapprovabili modifiche del Trattato di Dublino. Da lì le posizioni comuni sull'immigrazione di Matteo Salvini, del suo omologo bavarese Horst Seehofer e del giovane premier austriaco Sebastian Kurz sono evolute verso una triplice alleanza. Evoluzione naturale visto che il tema dell'immigrazione dopo aver frantumato il Vecchio Continente, lo spinge a trovare nuove identità. Non a caso Kurz, premier di un'Austria chiamata da luglio alla presidenza europea, parla nell'incontro di ieri con Seehofer, della necessità di creare «un asse dei volenterosi» definendo significativa la «cooperazione regionale» tra Italia, Austria, Germania. «Come Europa siamo noi a dover decidere chi migra da noi non i delinquenti», dice Kurz. «Stai citando il mio piano», gli risponde Seehofer alludendo al durissimo progetto di legge per il controllo dell'immigrazione che la Merkel gli sta chiedendo di modificare. La Cancelliera sembra comunque favorevole a schierarsi con Roma. «L'Italia è un partner importante, per la sua posizione geografica è esposta a un grande numero di migranti. Nessun paese - ricorda il suo portavoce Steffen Seibert - dovrebbe esser lasciato solo con questo compito. Per questo sosteniamo l'Italia».

Il nuovo asse Roma-Vienna-Berlino pronto a materializzarsi in vista del Consiglio europeo del 28 giugno è anche la direttiva su cui si punta per spingere la linea di difesa dell'Unione oltre i suoi confini e avviando missioni militari e di polizia per combattere i trafficanti di uomini già sul bagnasciuga di Libia e Tunisia. Un bagnasciuga dove il dispiegamento di Frontex, evocato di recente anche dalla Merkel, permetterebbe di creare campi dove separare gli aventi diritto all'asilo dai migranti irregolari. Per i primi si aprirebbero le strade dell'Europa, per i secondi quella del rientro al Paese d'origine.

Su queste basi l'Asse dei «volenterosi» non avrebbe difficoltà ad allargarsi ai paesi di Visegrad e forse anche a Danimarca e Belgio creando un blocco contrapposto all'isolata Francia di Macron.

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