Economia

Trump attacca l'Opec: "Prezzi elevati"

L'affondo a pochi giorni dal vertice del Cartello sui livelli di produzione

Trump attacca l'Opec: "Prezzi elevati"

Donald Trump torna all'attacco, con bersaglio i Signori del greggio. «I prezzi del petrolio sono troppo alti, è ancora l'Opec. Non va bene!», ha twittato ieri il presidente Usa. Il messaggino di Trump, il secondo dello stesso tenore dopo quello dello scorso 20 aprile, arriva a ridosso del vertice del Cartello del prossimo 22 giugno, in cui si dovrà decidere se confermare i tagli alla produzione introdotti alla fine del 2016. Un paio di settimane fa, l'Arabia Saudita e la Russia sembravano concordare su un aumento dell'output per controbilanciare il rialzo dei prezzi, saliti fino a 80 dollari il barile, proprio per effetto del taglio di 1,8 milioni di barili al giorno deciso dall'Opec e al quale vanno aggiunti i circa 400mila barili tolti dal mercato dai Paesi non-Opec. Ma non solo. A far lievitare le quotazioni è stato anche il calo della produzione venezuelana causato dalla crisi del Paese sudamericano e i timori per il deficit produttivo che potrebbe derivare dall'Iran in seguito all'uscita degli Usa dall'accordo sul nucleare e dalle sanzioni che colpirebbero Teheran.

Oggi il presidente russo Vladimir Putin incontra il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Secondo il portavoce del Cremlino, Putin non ha in programma di discutere un'uscita dall'accordo con l'Opec sui tagli alla produzione petrolifera. Ciò non esclude però una revisione dell'intesa.

Ieri, intanto, un calo superiore al previsto delle scorte settimanali Usa (4,1 milioni di barili in meno, per un totale di 432,4 milioni) ha permesso ai corsi del Wti di salire dello 0,35% a quota 66,59 dollari.

Commenti