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Germania subito kaputt Sventola il "Tricolor" pazienza se è messicano

Tedeschi senza difesa, traditi da Khedira e Kroos. E il Mondiale di Loew è già in salita

Germania subito kaputt Sventola il "Tricolor" pazienza se è messicano

Davide Pisoni

Non ci resta che godere delle disgrazie altrui. E si parte alla grande: dopo quattro giorni di Mondiale ecco il tonfo clamoroso della Germania. La rivale per antonomasia dell'Italia del pallone, ma da diverso tempo anche della politica, con Salvini che ieri avrà sorriso pensando alla Merkel. I campioni del mondo in carica kaputt nella gara d'esordio. Non un inedito, è la sesta volta e nelle ultime dieci edizioni solo tre volte aveva vinto al debutto chi aveva alzato la coppa. I panzer si inchinano a un Messico sorprendente. E a farci indossare il sombrero per lo spazio di un aperitivo è anche una questione di bandiera, considerato che quella messicana e italiana sono identiche nei colori. Sventola il Tricolor, e di riflesso anche il tricolore.

Dopo il pari dell'Argentina, la caduta della Germania: la finale di quattro anni fa è già un ricordo sbiadito. Dalla piccola Islanda che ipnotizza Messi all'inedito Messico che per la prima volta nella sua storia al Mondiale batte i tedeschi. Per riuscirci ha messo in panchina uno scienziato del pallone perché Juan Carlos Osorio nel suo curriculum vanta una post laurea in Scienza del Calcio. Viene chiamato il recreacionista: colui che diverte. E per un'ora il Messico è stato uno spasso nello smascherare la controfigura della Germania. Merito del metodo Osorio: approccio da coach Nba, partitelle anche dodici contro dodici, strani esercizi sempre con la palla tra i piedi. Eppure l'allenatore nato in Colombia si era presentato in Russia da contestato: dopo l'amichevole con la Scozia (vinta!), il pubblico gli aveva indicato la porta: «Sei imbarazzante». Poi ci si era messo il presunto festino hard dei giocatori a surriscaldare l'ambiente. Quindici giorni dopo i tifosi della Tricolor fuori dallo stadio Luzhniki non si trattengono: «Obiettivo semifinale».

D'altra parte se hai appena battuto la Germania non ti puoi porre limiti. Ma il Messico è andato oltre perché per oltre un'ora la squadra di Loew non ci ha capito nulla in balia del Chicharito Hernandez e dei suoi fratelli. Uno su tutti, Lozano che decide il match bruciando sul suo palo Neuer, che questo Mondiale aveva rischiato di non giocarlo. Tradito dai suoi compagni, una squadra senza equilibrio e per i tedeschi che fanno della solidità il marchio di fabbrica, non è un bel segnale per il prosieguo del torneo. La difesa ha ballato anche perché il centrocampo K, Khedira-Kroos, l'ha abbandonata al suo destino. Davanti l'erede di Klose, Werner, ha fatto il solletico all'ottimo Ochoa, salvato anche dai legni, uno per tempo: la punizione di Kroos (traversa); la staffilata di Brandt (palo esterno). Troppo poco per una Germania che ha inscenato uno sterile assedio quando il Messico è rimasto senza ossigeno. Loew è sembrato in confusione, ha sbilanciato ulteriormente la squadra togliendo Khedira e inserendo Reus, per sua fortuna lo sciagurato Layun l'ha graziato un paio di volte.

Ma la Germania è caduta ugualmente. L'Italia ringrazia gli omonimi di bandiera del Messico e già pensa alla prossima dei panzer contro la Svezia, cioè la Nazionale che ci ha negato il Mondiale, che ha provocato l'apocalisse azzurra. Comunque vada sabato sarà, un successo. Con un pareggio sarebbe un trionfo per gli italiani.

Il Messico dello scienziato Osorio può essere solo l'inizio della caduta dei panzer.

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