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Migranti, il piano Ue: ​zone di sbarco regionali extra-Ue. Ma resta Dublino

Il Consiglio Ue proporrà la creazione di "piattaforme" in Paesi fuori dall'Unione per identificare viene salvato in mare

Migranti, il piano Ue: ​zone di sbarco regionali extra-Ue. Ma resta Dublino

L'emergenza immigrazione di fatto è sempre più al centro dell'agena dell'Unione Europea. Sempre più Paesi chiedono una gestione condivisa degli sbarchi soprattutto da parte dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Per troppo tempo questa incombenza è stata sulle spalle dell'Italia. Adesso, soprattutto dopo il caso Aquarius, Bruxelles prova a muoversi. E in questa direzione arriva una proposta dal presidente del consiglio europeo, Donal Tusk, che sarà presentata al vertice del prossimo 28-29 giugno. Si tratta della creazione di "piattaforme di sbarco regionali" dove controllare i migranti che vengono salvati dopo le traversate nel Mediterraneo.

In queste zone di sbarco regionali, come sottoliena Politico, verrano distinti i migranti economici da i rifugiati che chiedono protezione. Secondo quanto riporta ilSole24ore, queste piattaforme potrebbero essere create in Paesi extra-Ue. In pole position ci sono la Tunisia e l'Albania. Queste zone inoltre potrebbero essere create con il supporto dell'Unhcr (Alto Commissario della Nazioni Unite per i rifugiati) e dell'Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni). L'biettivo è quello di creare zone più definite dove controllare tutti i migranti che sono stati recuperati nelle operazioni di salvataggio nel Mediterraneo. Inoltre nel piano potrebbe essere previsto anche un aumento nel bilancio Ue per il controllo delle frontiere con un incremento della collaborazione con la guardia costiera libica per prevenire i viaggi della speranza dei barconi. Infine, sempre nella bozza che sarà presentata al Consiglio Ue, i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea dovrebbero confermare il loro sostegno all’Italia sulla politica in Libia per frenare i flussi di migranti attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. "L’Ue continuerà a sostenere l’Italia a questo riguardo e rafforzerà il suo sostegno per la Guardia costiera libica, per le comunità costiere e del Sud (del paese), per condizioni umane di accoglienza e per rimpatri umanitari volontari", si legge nella bozza.

Insomma l'Europa prova a studiare nuovi piani per contenere l'emergenza cercando di lasciare meno sola l'Italia non solo a parole. Ma nella bozza manca di fatto uno dei passaggi chiave ovvero un dialogo che riapra il regolamento di Dublino. Un segnale che su questo fronte i negoziati restano ancora in fase di stallo. La bozza infatti si limita a dire che "per quanto riguarda la politica migratoria sono stati realizzati molti progressi grazie agli instancabili sforzi della presidenza bulgara e di quelle precedenti". E sulla questione migranti sono intervenuti anche Angela Merkel ed Emmanuel Macron che si sono incontrati in un bilaterale alle porte di Berlino: "Nella questione migratoria «dobbiamo tenere in considerazione le posizioni italiane", ha affermato la cancelliera tedesca. Infine il presidente francese ha mandato un messaggio all'Italia: "Come già detto con il premier Conte, lavoreremo insieme e coopereremo per la gestione dei migranti ma non risponderemo mai in modo positivo a strategie chiaramente non cooperative.

Il problema di Aquarius inizia quando la Guardia costiera carica migranti su una nave".

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