Cronaca locale

Governo snobba Milano: "In tre settimane neanche una chiamata"

Il sindaco sfida Salvini su Islam e immigrati E sul bis confessa: deciderò nell'estate 2020

Governo snobba Milano: "In tre settimane neanche una chiamata"

«Sono tre settimane c'è un governo e in tre settimane non ho sentito né il premier Giuseppe Conte né uno solo dei ministri. Va benissimo, hanno un'agenda complicatissima. Ma forse se fossi dall'altra parte penserei che se c'è un modello di successo da usare per dare credibilità al Paese, quel modello oggi è Milano». Il sindaco Beppe Sala confessa che il governo Lega-M5S snobba la città e, durante l'intervista in diretta Facebook promossa ieri dall'associazione Cronisti in Comune per fare un bilancio dei primi due anni del mandato (nella foto), entra in rotta di collisione con il consiglio dei ministri gialloverde. Si attende un «riconoscimento del ruolo di Milano, del suo rilancio beneficia il Paese» e garanzia sui fondi per allungare la metro a Monza e Baggio: «Mi aspetto che il ministro M5S ai Trasporti Danilo Toninelli sia della partita, se il Comune o un concessionario finanziassero integralmente la M1 a Monza il biglietto certamente non aumenterebbe solo a 2 euro». E «nella sua carriera politica Salvini si è presentato come paladino del nord ma non l'ho ancora sentito dire una cosa in difesa».

Dall'impegno a realizzare moschee entro fine mandato al freno a mano sulla chiusura dei campi rom fino alla questione sgomberi, il sindaco traccia gli obiettivi della seconda metà del mandato. E sui temi dell'immigrazione marca continuamente le distanze dal ministro dell'Interno. «Via rom e abusivi dalle case popolari di via Gola e San Siro, pronto a parlarne con Sala» ha dichiarato due giorni fa il leader della Lega. «Si può fare certamente di più, ma Milano con 1.138 alloggi Mm occupati su 30mila non è certo in una fascia delicata rispetto ad altre città - premette Sala -. Noi non siamo da proclami ma da azioni, Salvin si riferisce tra l'altro a palazzi che fanno capo alla Regione, se ritiene siamo pronti a fornire tutele a bambini e persone in difficoltà. Gli chiedo di confrontarsi tecnicamente sulle questioni, a proclami non si va da nessuna parte». Secondo round sui campi rom. «Anche l'Ue ci dice che non dovremmo averne ma da lì a dire cancelliamoli non è facile - afferma Sala -. Nel tempo vanno azzerati ma non ho la soluzione immediata, iniziamo da quelli abusivi e che danno molto fastidio alla popolazione». E sul piano moschee si definisce «deciso, zero ambiguo», nella Costituzione «c'è il diritto alla propaganda religiosa e lavorerò fino all'ultimo giorno di mandato affinchè 70mila musulmani che vivono in città abbiano un luogo per pregare. Da questo mi differenzio da Salvini che agita il rosario, mostra il Vangelo e poi assume atteggiamenti lontanissimi dai dettami. Io sono credente, rispetto quello che c'è scritto sul Vangelo e sulla Costituzione, sennò evito di ricercare consenso usando strumenti che poi mi mettono in contraddizione». Difende infine le iniziative pro migranti come la tavolata multietnica prevista sabato al Sempione. «Nascono anche da me, non scarico solo sull'assessore dem Majorino» precisa anche se sa che «il giorno dopo è possibilissimo che se facessimo un sondaggio il consenso scenderebbe. Ma non mi appartiene cercare consenso facile, e vista l'aria che tira mi sento ancora più in dovere di difendere un certo tipo di idee». L'aria che tira? «Vivo a Milano da molto tempo e non ricordo sentimenti così negativi verso gli immigrati. Non ci siamo mai preoccupati quando arrivavano dall'Est o dalle Filippine, pongo una domanda non provocatoria: è l'uomo nero che spaventa? Vorrei che si affrontasse il tema immigrazione in maniera lucida, e che non fosse un tema di puro scontro elettorale perché questo fa veramente molto male». Tra i prossimi obiettivi: regolarizzazione del Leoncavallo («spero di chiudere in fretta l'accordo sullo scambio di aree con i Cabassi poi faremo un bando»), lascia «un mese al governo per dirci come procedere sull'iscrizione di figli con due papà o decideremo noi, il mio orientamento è positivo», sull'innalzamento della soglia di esenzione Irpef promessa in campagna rinvia a un generico «entro fine mandato» e sul piano periferie non è «contentissimo della velocità che abbiamo tenuto, dopo l'estate andremo nei 40 quartieri a presentare progetti sintetizzati in un libretto». Un tour a recuperare consensi visto che nelle periferie il Pd è crollato alle ultime elezioni? «Non è questo il motivo» dice. Apre al «quarto anello» di San Siro ma viste le «altre difficoltà di Milan e Inter in questo momento» non «spingo più di tanto perchè trovino subito un accordo sul futuro dello stadio». Mentre ribadisce la volontà di candidare Milano a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, i contatti con il sottosegretario Giorgetti sono aperti ma anche Torino fa pressing. Sull'apertura del Palalido non si sbilancia più, «fine 2018 o inizio 2019». Nè si sbilancia troppo sul secondo mandato. «La mia decisione ad oggi sarebbe di andare avanti ma è una vita molto faticosa, vengo da 5 anni di Expo molto faticosi, intorno alle vacanze del 2020 mi guarderò a fondo, vedrò le condizioni psico-fisiche, parlerò con le persone a me vicine e deciderò cosa fare».

Chiara Campo

Commenti