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"Clandestini via subito". Trump sempre più duro vola nei sondaggi

Donald: "Respingere gli irregolari al confine". Record di consensi fra i repubblicani: 90%

"Clandestini via subito". Trump sempre più duro vola nei sondaggi

New York - I clandestini che entrano negli Stati Uniti vanno espulsi subito, senza processo. Donald Trump rilancia la tolleranza zero sull'immigrazione dopo la marcia indietro della scorsa settimana, quando ha ceduto alle polemiche firmando una misura per porre fine alla separazione tra bambini e genitori che hanno varcato illegalmente la frontiera dal Messico. Abbandonati i toni concilianti (su cui aveva insistito la First lady Melania), il presidente americano torna ad abbracciare la linea dura, e su Twitter afferma: «Non possiamo consentire a tutte queste persone di invadere il nostro Paese, quando qualcuno entra dobbiamo immediatamente, senza giudici o processi, riportarlo da dove è venuto». «La nostra politica sull'immigrazione, derisa in tutto il mondo, è molto ingiusta nei confronti di chi ha affrontato il sistema in maniera legale e sta aspettando da anni - continua -. L'immigrazione deve essere basata sul merito, abbiamo bisogno di persone che contribuiscano a rendere l'America grande di nuovo».

Parole che hanno fatto infuriare le associazioni per i diritti civili come l'American Civil Liberties Union, secondo cui «quello che propone Trump è illegale e incostituzionale». Il Commander in Chief, invece, ritiene che «assumere migliaia di giudici e affrontare un processo legale lungo e complicato non è la strada da percorrere»: «Le persone devono essere semplicemente fermate al confine e informate che non possono entrare negli Usa illegalmente. I bambini devono essere rimpatriati. Se verrà fatto questo, l'immigrazione clandestina sarà fermata e con un costo molto più basso». Poi The Donald sfodera uno dei suoi cavalli di battaglia della campagna elettorale, il famigerato muro al confine col Messico, che va costruito. E se la prende anche con i media - «le fake news stanno facendo gli straordinari», dice - per la «differenza nella copertura delle stesse politiche sull'immigrazione tra l'amministrazione Obama e la nostra». Dopo la bufera scoppiata la settimana scorsa, infatti, sono emersi degli scatti del 2014, durante il secondo mandato di Barack Obama, che mostravano bambini migranti separati dai genitori e detenuti in gabbie praticamente identiche a quelle dell'era Trump.

Nonostante le polemiche, comunque, la popolarità del presidente tra i repubblicani è al 90%. Ma secondo un sondaggio Gallup è in crescita anche il gradimento in generale del tycoon tra gli elettori Usa: una settimana fa, in media, il suo tasso di approvazione era al 45%, percentuale che è riuscito a raggiungere solo la prima settimana dopo l'insediamento alla Casa Bianca. Sempre più spesso tuttavia i membri della sua amministrazione sono presi di mira. Il segretario per la Sicurezza Interna Kirstjen Nielsen nei giorni scorsi è stata costretta a lasciare un ristorante messicano a Washington per le contestazioni di un gruppo di attivisti, e la portavoce di Pennsylvania Avenue, Sarah Sanders, è stata cacciata da un ristorante in Virginia. «La proprietaria mi ha chiesto di lasciare il locale perché lavoro per il presidente - spiega Sanders su Twitter -.Le sue azioni dicono molto di più su di lei che su di me, io faccio sempre del mio meglio per trattare con rispetto le persone, incluse quelle con cui sono in disaccordo, e continuerò a farlo». L'episodio ha fatto infuriare Trump, che ha twittato: «Il Red Hen Restaurant dovrebbe concentrarsi più sul pulire le sue sudice tettoie, porte e finestre che hanno bisogno di una riverniciata. Io ho sempre una regola, se un ristorante è sporco fuori è sporco anche dentro».

E pure il solitamente critico Washington Post ritiene che ai collaboratori del presidente «dovrebbe essere consentito mangiare in pace»: «Chi dice che siamo in un momento speciale giustificando l'inciviltà, dovrebbe pensare a quanti americani potrebbero trovare il loro momento speciale».

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