Economia

Marcia indietro di Genish. Tregua nel cda Telecom

L'ad chiede scusa per le "parole inappropriate". E scarica la colpa sui media: "Hanno amplificato"

Marcia indietro di Genish. Tregua nel  cda  Telecom

Cda fiume ieri per Telecom Italia. Dalle 13 a tarda serata; con incontri, dalle 9 del mattino, tra consiglieri. Tuttavia il processo all'ad Amos Genish, che la settimana scorsa aveva criticato l'operato di alcuni consiglieri, è stato evitato. Ma solo perché l'ad - pare di fronte al rischio di un ridimensionamento delle deleghe - ha accettato di fare marcia indietro: si è scusato esprimendo «rincrescimento per aver fatto delle dichiarazioni non appropriate». Non senza provare, però, a scaricare la responsabilità altrove, parlando di dichiarazioni «che sono state poi amplificate dalla stampa». Dimenticando così che era stato lo stesso Genish, il 20 giugno scorso, a convocare i media per fare le suddette dichiarazioni.

Ora il cda ha detto di avere nuovamente unicità di intenti e sostegno al management. La tregua però non sarà di lunga durata. A breve ci saranno i conti del primo semestre, che saranno resi noti il 24 luglio. E che non dovrebbero essere brillanti anche a causa del passaggio della tariffazione da 28 a 30 giorni (che costerebbe circa 10 milioni al mese all'azienda) e l'arrivo sul mercato dell'operatore low cost Iliad che, sempre secondo indiscrezioni, avrebbe tolto clienti all'ex-monopolista. La vera resa dei conti insomma sembra rinviata, anche grazie alla mediazione del presidente Fulvio Conti. Pare ormai chiaro che Vivendi sta preparando il suo piano per riprendere il controllo del cda, perso in assemblea contro il fondo Usa Elliott.

Del resto i pesi azionari tra i due contendenti sono sbilanciati: Vivendi ha il 23,9% di Telecom mentre Elliott, che ha vinto la governance nell'assemblea del 4 maggio scorso grazie all'appoggio di Cdp e dei fondi, è sceso intorno all'8%. L'irrituale uscita di Genish della scorsa settimana contro alcuni consiglieri era apparsa ad alcuni osservatori come un trappola di Vincent Bollorè, patron di Vivendi, che ha mal digerito la sconfitta, per cercare di creare un caso in cda e avere rapidamente la rivincita in assemblea. Elliott sarebbe comunque pronto a risalire nel capitale di Telecom anche perchè le azioni sono ormai a saldo.

La vicenda però sarebbe complicata dall'incertezza ai vertici di Cdp che farebbe vacillare l'alleanza tra Elliott e Cassa, dato che Claudio Costamagna, visto l'avvento del nuovo governo, lascerà la presidenza. Alleanze e strategie dunque tutte da rifare.

Tra i temi trattati ieri in cda lo scorporo della rete dove si è concentrata l'attenzione di S&P. Secondo gli analisti «una separazione strutturale della rete di Tim sarebbe un rischio, non lo consideriamo nel nostro rating o outlook». Il cda ha poi integrato la compagine dei Comitati interni, portandone il numero dei componenti da 4 a 5.

Inoltre ha dato avvio alla revisione dei documenti di governance aziendali, adottando una nuova versione della procedura per l'effettuazione di operazioni con parti correlate e il regolamento dell'apposito Comitato, costituito il 16 maggio scorso, che ha superato le condizioni per qualificare il rapporto tra Vivendi e Tim in termini di controllo di fatto.

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