Salute

Ricerca universitaria: dopo i 105 anni si ferma rischio mortalità

Una ricerca universitaria dimostra come, dopo i 105 anni d'età, il rischio di morire rimanga sempre costante. La scoperta choc degli italiani

Ricerca universitaria: dopo i 105 anni si ferma rischio mortalità

Una ricerca universitaria condotta dalle università La Sapienza, Roma Tre, Berkeley, Southern Denmark e dall'Istat ha prodotto un risultato forse inaspettato. Almeno per alcuni. Non esiste, a oggi, un limite scientifico alla longevità. Dai dati studiati, infatti, è emerso come il rischio di mortalità cresca sino al raggiungimento degli ottantacinque anni d'età. L'ascendere della curva, però, si interrompe a 105 anni. Come se, una volta arrivati a quella soglia, il rischio di morire rimanesse sempre uguale a se stesso.

Il tutto è già stato pubblicato sulla rivista specializzata Science. Le domande a cui i ricercatori si erano proposti di rispondere erano: "C'è un limite biologico alla longevità umana?" e "Come cambia il rischio di morire con l'avanzare dell'età?". Ecco, dagli studi compiuti il limite biologico sembrerebbe non essere stato ancora rintracciato, mentre il rischio di morire, come anticipato, crescerebbe fino agli ottantacinque anni, per poi restare costante dopo i cinque anni dal centenario. Permane, com'era ovvio che fosse, una differenza di visioni all'interno della comunità scientifica internazionale. Qualcuno rimane convinto del fatto che gli anni siano direttamente proporzionali al rischio di morire. Più si invecchia, insomma, più ci sarebbe possibilità di perire. Ma non è quello che la ricerca in questione ha dimostrato. Il campione degli ultracentenari italiani su cui tutto si è basato, infatti, racconta di come una volta arrivati alla fatidica soglia (105) le possibilità di soccombere rimangano sempre le medesime. Entrerebbe in gioco, così, una sorta di "sopravvivenza selettiva". Pare che secondo studi correlati, il rischio di mortalità non rimanga costante, ma addirittura deceleri per le persone che hanno avuto la fortuna di arrivare a compiere cent'anni. Più si invecchia, quindi, meno si correrebbe il rischio di morire.

"A rendere questi dati interessanti è il fatto che abbiamo esaminato un campione ampio, di un unico Paese. Questo - ha detto una degli studiosi - ci permette di fare chiarezza sulle curve di mortalità alle età estreme. La decelerazione e il plateau dopo i 105 anni sono ora un punto fermo, con possibili sviluppi per lavori futuri". La ricerca non si ferma.

E la "speranza divampa", verrebbe da osare.

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