Russia 2018

Croazia ancora di rigore. Ma la Russia saluta con onore il suo Mondiale

Slavi in semifinale dopo 20 anni. Padroni di casa rilanciati da un grande torneo

Croazia ancora di rigore. Ma la Russia saluta con onore il suo Mondiale

Una sfida infinita, decisa soltanto dai calci di rigore. Ennesima dimostrazione che in questo Mondiale non vince solo chi ha più qualità o almeno, se lo fa, ci riesce con fatica. Bisogna soffrire. Sempre e comunque. Ha sofferto tantissimo la Croazia per guadagnarsi la semifinale, portata ai rigori da una Russia comunque da applausi. Una squadra modesta che Cherchesov ha portato a un passo dalle prime quattro. Va avanti la più forte ma solo perché Smolov ha tirato un rigore da fesso, provando lo scavetto e Mario Fernandes che aveva trascinato i suoi ai supplementari ha calciato fuori. Più freddi i croati che possono rivivere e superare la gloria degli eroi del '98, quando Suker e compagni arrivarono tra le migliori quattro.

Quello tra Russia e Croazia è stato uno scontro tra storie e filosofie differenti. Completamente. La forza contro la tecnica. La spinta dei padroni di casa contro la voglia di stupire tutti magari col bel gioco. Sfide anche personali, come quella tra i giganti Dzyuba e Vida e quella tra i numeri uno, Akinfeev e Subasic, eroi degli ottavi di finale quando ai rigori avevano trascinato le rispettive squadre. Non era esattamente un quarto di nobiltà, ma in questo Mondiale il pronostico è stato più volte capovolto.

Il modulo russo non cambia di una virgola rispetto a quello visto con la Spagna se non per un interprete: Cheryschev gioca questa volta dal primo minuto. Non un cambio da nulla. Per il resto tutto confermato. Squadra sempre dietro la linea della palla, chiusa all'indietro con quello che una volta veniva chiamato «catenaccio» e ripartenze velocissime sfruttando lo scatto di Golovin e la torre Dzyuba. Croazia che replica con il talento di Modric e Rakitic in regia pronto a innescare le accelerazioni di Rebic e Perisic e le finalizzazioni di Mandzukic. Anche qui un cambio, anche qui non da poco. Kramaric titolare al posto di Brozovic.

Ritmi alti ma emozioni che si condensano in soli sette minuti, due fiammate. Al 32' Scambio tra Dzyuba e Cherishev e tiro a giro fantastico da fuori area che si infila sotto l'incrocio dei pali. Quarto gol Mondiale per lui che, nelle indicazioni della vigilia, doveva essere soltanto una riserva. Ma la Croazia non accusa il colpo, cerca di fare il suo gioco e già al 39' trova il pari. Mandzukic galoppa sulla sinistra, crossa al bacio per la testa di Kramaric che la appoggia precisa precisa nell'angolino. Uno a uno e tutto da rifare.

Nella ripresa il tema cambia leggermente perché il pressing russo cala di intensità e i palleggiatori croati hanno più spazio a disposizione per fare gioco, anche grazie all'ingresso in campo di Brozovic. Si accende in particolare Modric, l'uomo dal quale passano quasi tutti i palloni croati. Uno che meriterebbe a pieno titolo il Pallone d'Oro. Ma non c'è nulla da fare, solo un palo un po' casuale di Perisic accende la contesa. Con le squadre fisicamente a pezzi si va ai supplementari dove al minuto 101 spunta la testa bionda di Vida che su calcio d'angolo trova il tempo e la precisione per battere Akinfeev. Finita? Nemmeno a parlarne. Il russo do Brasil Mario Fernandes non è d'accordo e anche lui ci mette la testa per pareggiare al minuto 116. Decidono i rigori. Quello decisivo tocca a Rakitic che non trema. La Russia esce a testa altissima in semifinale con l'Inghilterra ci va la Croazia.

Avanti la qualità che ti aspetti, grazie a un finale che non si può prevedere.

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