Cronache

Il medico di Lampedusa: "Non sono più orgoglioso di essere italiano"

Il medico di Lampedusa, dottor Pietro Bartolo, ha detto di non essere più orgoglioso della propria italianità. Aggiungendo che quello dei migranti è un "nuovo Olocausto"

Un'immagine del dottor Pietro Bartolo su Youtube
Un'immagine del dottor Pietro Bartolo su Youtube

"Mi viene difficile dire oggi di essere orgoglioso di essere italiano. Prima mi sentivo orgoglioso, oggi non lo posso dire più". Parole rilasciate attraverso un'intervista dal dottor Pietro Bartolo, conosciuto per essere il medico deputato alle prime visite dei migranti che sbarcano sull'isola di Lampedusa.

Bartolo è stato intervistato da InBlu Radio, il network radiofonico della Conferenza episcopale italiana. Il contenuto dell'intervista è stato riportato dalla redazione de Il Sismografo. La linea dura del governo con le Ong, quella che sta cercando di debellare anche l'immigrazione clandestina, continua a non piacere a molti. Specie a chi si è sempre occupato d'accoglienza. Nella conversazione trasmessa dalla radio dei vescovi italiani, il dottor Bartolo ha detto che: "Per oltre 25 anni – riferendosi all'Italia - non abbiamo mai messo un filo spinato o un muro. E in questo abbiamo fatto la storia e siamo diventati veramente campioni del mondo. Ma da circa un anno abbiamo alzato due muri: uno in Libia con gli accordi di governo e un altro monumentale quello della paura e dell' odio che ci ha fatto alzare un muro peggiore del muro di cemento o di filo spinato".

Il medico di Lampedusa sembra quindi estendere il campo delle responsabilità politiche anche a quanto fatto dall'ex ministro dell'Interno Marco Minniti. Bartolo ha parlato, infatti, di un cambiamento iniziato un anno fa.

"Questo mi dispiace - ha aggiunto - perchè l'Italia non è questa. L'Italia è un popolo accogliente che ha vissuto la migrazione sulla propria pelle. Spero di tornare a dire al più presto di essere orgoglioso di essere italiano", ha chiosato. Poi la stoccata nei confronti di una narrazione che sarebbe deformata e non mostrerebbe la drammaticità del fenomeno: "Spesso vengono racconate tante menzogne. La gente - ha sottolineato il medico italiano - non sa qual'è veramente la realtà. Giro l'Italia facendo vedere video e foto della realtà di Lampedusa e dei migranti. Quindici giorni fa attraverso un'evacuazione medica da una nave militare che aveva recuperato 120 persone mi hanno portato qua a Lampedusa alcuni migranti che avevano bisogno di cure. Erano veramente in condizioni disastrose quello che stava meglio pesava 30 chili. Altro che Auschwitz".

La storia, nelle sue declinazioni più tragiche, si starebbe ripetendo. Tanto che Pietro Bartolo ha definito quello attualmente in corso come un "nuovo Olocausto".

Il fatto che gli sbarchi siano diminuiti, infine, non costituirebbe un segnale positivo: restare in Libia - ha fatto intendere il medico italiano - significherebbe essere spesso destinati ai lager.

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