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E ora la Lega soffre il pressing azzurro

Il decreto "fantasma" in Aula a fine luglio e Fi lancia le sue proposte

E ora la Lega soffre il pressing azzurro

Roma - Il vero battesimo parlamentare del governo Conte è fissato il 24 luglio a Montecitorio. Cinquantatre giorni di tempo per portare in aula un decreto, il Dl Dignità, che al momento ancora attende la bollinatura della Ragioneria Generale dello Stato e la firma del presidente della Repubblica. Un ritardo che fa scattare l'ironia di Anna Maria Bernini che su Twitter scrive: «AAA cercasi Dl Dignità (?) Ultimo avvistamento 10 giorni fa a Palazzo Chigi. Per segnalazioni contattare vicepremier Di Maio».

Di problemi da superare ce ne sono diversi. E lo stesso ministro Gian Marco Centinaio ammette che se il decreto dignità è fermo il motivo è dovuto al fatto che stanno «cercando di capire il più velocemente possibile i punti di forza e di debolezza e di conseguenza le cose che si possono modificare».

Il titolare dell'Agricoltura è stato il primo ad aprire il caso. Centinaio, infatti, uscì sui giornali chiedendo la reintroduzione dei voucher in agricoltura (e turismo) ancora prima che ci fosse la prima bozza. Un affondo preventivo che accese subito i riflettori sui malumori della Lega per quell'irrigidimento del mercato del lavoro poco gradito ai piccoli industriali del Nord-Est. Malumori che in queste settimane sono diventati sempre più evidenti, anche a causa della preoccupazione per la concorrenza interna di Forza Italia riuscita ad accreditarsi come capofila della critica ragionata al Dl Dignità presso le associazioni di categoria. Gli azzurri hanno messo nero su bianco le proprie proposte alternative tanto sui voucher quando per una flat tax per i professionisti e domani faranno una conferenza stampa per presentare il loro pacchetto.

Lo stesso incardinamento parlamentare del Dl Dignità è stato piuttosto travagliato. Ieri Cinquestelle e Lega hanno preso atto che al Senato avrebbero rischiato grosso. Quindi per evitare imboscate hanno deciso di far partire la discussione in aula alla Camera, martedì 24 luglio, dove i numeri sono più agevoli. Il tutto con l'obiettivo di chiudere entro l'ultima settimana di luglio per poi spostare la discussione a Palazzo Madama.

Per la Lega «il decreto elaborato da Di Maio non è sufficiente», come dice il viceministro allo Sviluppo Economico, Dario Galli parlando con il Foglio. Il motivo principale? «L'aggravio contributivo dello 0,5% sui rinnovi dei contratti a termine . Piuttosto s'introduca uno sgravio di mezzo punto per chi stabilizza i contratti a termine».

Forza Italia è pronta a fare opposizione di merito in aula, toccando temi cari alla pancia della Lega. Intanto Giorgio Mulè annuncia che «deve essere chiaro che non accetteremo corse contro il tempo. A questo punto meglio che l'indegno decreto decada». Mariastella Gelmini denuncia il «caos» su Dl Dignità.

E Antonio Tajani festeggia: «Se il governo ha cambiato idea prima di pubblicare il testo in Gazzetta Ufficiale vuol dire che l'opposizione di Fi all'abolizione dei voucher in settori come agricoltura e turismo ha vinto e ha costretto il ministro Di Maio alla ritirata».

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