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Falsi matrimoni: il mercato del sesso delle giovani rifugiate siriane in Giordania

Giovani donne siriane rifugiate in Giordania vengono comprate, violentate e abbandonate da uomini dell’Arabia Saudita.

Falsi matrimoni: il mercato del sesso delle giovani rifugiate siriane in Giordania

Comprate, violentate e abbandonate da uomini dell’Arabia Saudita molto piú grandi di loro. É questo il destino di molte adolescenti siriane rifugiate a Mafraq, in Giordania. L’epilogo tragico di una storia comune che inizia con l’inganno: un matrimonio che non si realizzerá mai. Ostinati coreteggiamenti con gioielli d’oro, smartphone e profumi di marca, accompagnati da promesse allettanti per chi vive in povertá: un computer, un’auto, cure mediche ai genitori malati, una casa in Arabia Saudita. Sono questi gli escamotage utilizzati dai compratori del sesso in Giordania. Uomini provenienti dall’Arabia Saudita, religiosi e benestanti, che bussano alla porta di famiglie di rifugiati in difficoltá nelle vesti di filantropi.

Si inizia con una proposta di matrimonio, di solito nei confronti della figlia piú giovane della famiglia. Il denaro viene scambiato immediatamente: appena la famiglia della futura sposa accetta il fidanzamento. Una pratica diventata quasi consueta tra le giovani rifugiate siriane. L’esito é quello raccontato al Times da Tira, una quindicenne siriana rifugiata in Giordania e sedotta da Amr, un settantentenne saudita. Una volta concordato l’affare – il fidanzamento – la custodia della giovane passa nelle mani dell’uomo. Il matrimonio segue pochi giorni dopo la stipula del fidanzamento. La vita della donna viene comprata per circa 1.800 euro e dalla prima notte di nozze si trasforma in un inferno.

Violenze e abusi sessuali sono all’ordine del giorno. Il matrimonio diventa una semplice copertura per perpetuare ogni genere di violenza ai danni delle giovani donne. La promessa di una vita migliore svanisce dietro i costanti ricoveri e i segni di maltrattamenti sul corpo delle vittime. Complice la “vergogna” di un eventuale divorzio, le giovani restano nelle mani dei loro aguzzini-benefattori per poi essere abbandonate per sempre. Il matrimonio fittizio dura qualche mese, dopodiché l’uomo torna in Arabia lasciando la donna a se stessa. Umiliate e private della propria verginitá, un valore femminile fondamentale per la loro cultura, le rifugiate siriane restano condannate ad un destino di solitudine.

Secondo l’Unicef di Amman, dall’inizio del conflitto siriano sono circa 9 mila le ragazze siriane rifugiate in Giordania costrette ai matrimoni precoci. Le cifre effettive aumentano se si considera che, per il governo giordano, soltanto la metá dei rifugiati siriani presenti nel Paese é stata correttamente registrata presso l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. I tribunali islamici inoltre non forniscono dati sui matrimoni che coinvolgono i rifugiati non registrati. Non ci sono dati certi che mostrino quanti matrimoni di minori siano stati combinati con uomini sauditi.

Tuttavia come ha dimostrato la recente inchiesta del Times a Mafraq, in Giordania, questa pratica sembra essere ben nota.

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