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Spagna, funzionario pubblico condannato dopo dieci anni di assenteismo

Il direttore dell'archivio provinciale di Valencia è stato interdetto per nove anni dal ricoprire incarichi pubblici, dopo la scoperta che da circa un decennio non si recava più al lavoro.

Spagna, funzionario pubblico condannato dopo dieci anni di assenteismo

Arriva dalla Spagna una notizia che, nel suo essere incredibile, riesce a far impallidire le numerose storie di assenteismo provenienti dal nostro paese e a cui siamo tristemente abituati. Protagonista della vicenda raccontata dal quotidiano The Telegraph è Carles Recio, direttore dell'archivio provinciale di Valencia, che per oltre un decennio è riuscito ad eludere ogni tipo di controllo non presentandosi sul luogo di lavoro, continuando però allo stesso tempo a percepire un lauto stipendio di circa 50.000 all'anno. Secondo la sentenza, nel periodo compreso tra l'ottobre 2007 e il gennaio 2017 Il funzionario pubblico si recava infatti in ufficio esclusivamente per timbrare i cartellini di entrata e di uscita, trascorrendo la restante parte della giornata lontano dai sui colleghi, i quali dopo aver iniziato a sollevare qualche sospetto sono riusciti finalmente a farlo licenziare lo scorso anno.

Il tribunale di Valencia ha quindi condannato Recio all'interdizione da qualsiasi tipo di incarico pubblico per un periodo di nove anni, per quella che è stata considerata dai giudici come: "Un'esplicita negligenza dei doveri inerenti al posto di lavoro". Una precedente denuncia presentata nei suoi confronti era stata respinta dalla magistratura locale, poiché ritenevano che il suo assenteismo cronico, remunerato come una normale attività lavorativa, non costituisse reato. Nel tentativo di giustificarsi, Carles Recio ha affermato all'emittente televisiva La Sexta di non essere il diretto responsabile delle sue assenze, dichiarando già a marzo - quando fu depositato il procedimento penale contro di lui - che: "Lavoro come uno schiavo lontano dalla mia scrivania, e presenterò la documentazione delle mie attività svolte fuori dal mio ufficio. Lavorare come uno schiavo significa io lavoro perché le altre persone possano usufruire dei frutti del mio lavoro".

I giudici valenciani hanno però rifiutato queste spiegazioni sottolineando come le indagini, volte ad individuare un qualsiasi tipo di documentazione o testimonianza del lavoro svolto dal funzionario all'esterno degli edifici pubblici, si siano risolte con un nulla di fatto. Non è stata trovata alcuna conferma nemmeno della successiva versione fornita da Recio, il quale aveva accusato i suoi superiori di averlo lasciato senza una scrivania in seguito ad un precedente trasloco del suo ufficio. Come riportato dall'agenzia Europa Press; nonostante le evidenti colpe dell'ormai ex direttore il tribunale non ha risparmiato critiche nei confronti delle istituzioni provinciali valenciane, accusate di non essere riuscite a sorvegliare adeguatamente lo spazio di lavoro e a garantire il rispetto delle regole. Secondo il tribunale, Carles Recio si è quindi: "Trovato a proprio agio in un ambiente che ha in seguito sfruttato per trarne un beneficio personale. Il suo assenteismo non sarebbe stato possibile senza il disinteresse dimostrato dall'amministrazione per cui egli ha lavorato".

Interrogato all'epoca sulla questione, il presidente del governo provinciale Jorge Rodriguez - dimessosi alla fine di giugno dopo essere stato coinvolto in un caso di corruzione - aveva negato qualsiasi tipo di responsabilità delle istituzioni per la situazione del Recio, suggerendo come il funzionario si fosse semplicemente creato un'attività su misura per se stesso.

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