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Csm, il "vaffa day" dei magistrati: Davigo eletto col pieno di voti

Vola la sua corrente "anti-correnti", Md in picchiata

Csm, il "vaffa day" dei magistrati: Davigo eletto col pieno di voti

Che fosse destinato ad essere il vincitore di queste elezioni era ormai certo. Che la vittoria si trasformasse in un trionfo di queste dimensioni, forse non ci credeva nemmeno lui. Piercamillo Davigo, il «Dottor Sottile» del pool Mani Pulite viene eletto al Consiglio superiore della magistratura con percentuali che non sono spiegabili soltanto con il suo prestigio professionale e la sua notorietà mediatica. La valanga di voti che i magistrati di tutta Italia riversano su Davigo e sulla sua corrente nata da poco è una sorta di «Vaffa day» con la toga, un messaggio quasi brutale che i magistrati rivolgono al sistema di potere che li ha governati per anni, e che fino a poco tempo fa sembrava andare a tutti benissimo: promozioni garantite a tutti, nomine lottizzate una per una, la meritocrazia vista come un'insidia alla democrazia.

Davigo, oggi presidente di sezione in Cassazione, viene eletto con il 33,51 % dei voti. Vuol dire che più di un magistrato ogni tre si è riconosciuto nei proclami anti-casta di Davigo, rivolti soprattutto alla nomenklatura delle correnti storiche della magistratura: e a farne le spese è soprattutto quel che resta delle toghe rosse. Rita Sanlorenzo, ex segretario nazionale di Magistratura Democratica, arriva quarta su quattro nel collegio riservato ai giudici di Cassazione, che insieme a Davigo elegge un altro «destro», Loredana Miccichè. Se lo spoglio dei voti per gli altri posti in palio, previsto tra oggi e domani, confermasse la tendenza, la presenza di Md (che oggi si chiama Area, dopo la fusione con la corrente di Spataro) nel Csm si ridurrebbe al lumicino.

Ma non è solo una questione di seggiole. Il «Vaffa day» targato Davigo racconta l'insurrezione di una corporazione ipertutelata che chiede di esserlo ancora di più, come se i privilegi che il vecchio sistema di correnti le garantiva non fossero più sufficienti. Le dimensioni del successo di Davigo dicono che anche giudici da sempre di sinistra hanno mollato Area per votare la corrente anti-correnti dell'ex pm. Merito di un manifesto elettorale in cui Davigo prendeva apertamente le difese dei giudici che dimenticano la gente agli arresti o che non depositano le sentenze, incredibilmente definiti da Davigo «quasi sempre laboriosi e capaci». Ma merito anche dello sfilamento, tacito od esplicito, di magistrati vicini a Md che dopo avere costruito la loro carriera ai tempi delle correnti hanno iniziato a tuonare contro la «lottizzazione» del Csm.

Disintegrata nel mondo della politica, la sinistra inevitabilmente sbanda e arretra anche nel mondo della magistratura.

Col rischio paradossale che se ne debba rimpiangere l'anima garantista, ora che il potere lo sta conquistando chi dice che «non esistono innocenti».

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