Politica

Trump-show alla Nato: è scontro con gli alleati E ora pure Londra trema

Il leader Usa: «Impegno a pagare di più per la Difesa». Ma Macron e Conte lo smentiscono

Gaia Cesare

Una località segreta nella campagna inglese. Dopo il turbolento vertice Nato di Bruxelles, dove secondo il tedesco Der Spiegel il leader Usa avrebbe negoziato come un boss della mafia, e dopo la cena di ieri sera, a Londra, con cento uomini d'affari britannici nel pieno del terremoto Brexit, Donald Trump apre oggi la giornata inglese. Lo fa assistendo a un'esercitazione militare congiunta delle forze speciali americane e britanniche in una location sconosciuta nella campagna british. È il regalo del governo di Londra al leader Usa perché possa aggirare le proteste del popolo anti-Trump che ha costretto le autorità a impiegare 10mila poliziotti, come non succedeva dai disordini del 2011. Un modo per evitare al presidente anche la visione del Baby Trump Baloon, il gonfiabile in pannolino che i contestatori hanno chiesto di far volare sui cieli della metropoli per ridicolizzare il leader statunitense. A ritrovarsi nel cuore delle contestazioni rischia di essere la first lady Melania che visiterà un gruppo di veterani e gli allievi di una scuola, accompagnata dal marito della premier inglese Theresa May, anche loro in due luoghi della città che non sono stati rivelati, apparentemente per ragioni di sicurezza.

Tutto è stato studiato per risparmiare imbarazzo al capo della Casa Bianca e alla moglie, che oggi vedranno la regina al castello di Windsor per un tè. Nonostante qualche scintilla passata (la premier May contestò i tweet del presidente che rilanciavano messaggi del gruppo di estrema destra Britain First) la posta in gioco nel viaggio inglese è alta. «Quando lasceremo la Ue, cominceremo a tracciare un nuovo corso per la Gran Bretagna nel mondo e le nostre alleanze globali saranno più forti che mai», ha detto la leader inglese alla vigilia del viaggio di Donald. Dopo la Brexit, Londra ha un disperato bisogno di chiudere accordi commerciali con gli Stati Uniti. E anche in quest'ottica, con le polemiche freschissime al vertice Nato sulle spese militari degli alleati, rientra l'esercitazione militare di oggi. Un modo per blandire il presidente e mostrare all'alleato una visione comune in tema di Difesa. Il Regno Unito può vantare di essere al 2,10% del Pil, proprio come chiesto dal leader Usa in polemica con molti Paesi, Germania in primis.

Ma le polemiche non sono affatto destinate a finire. Prima di partire alla volta di Londra, al summit dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles, Trump ha creato nuovo scompiglio. Nel suo stile, Trump ha alzato i toni e minacciato: se non si arriva al 2% entro gennaio, gli Stati Uniti faranno da soli. È seguita una sessione straordinaria del vertice. Poi una lunga conferenza stampa non programmata del presidente Usa. Fino alla dichiarazione dello stesso Trump che ha spiazzato gli alleati: i Paesi membri - ha spiegato il leader Usa - «si sono impegnati a spendere 33 miliardi in più in totale. La Nato è più forte di due giorni fa». Peccato che gli alleati lo smentiscano, dal francese Emmanuel Macron al premier italiano Giuseppe Conte: «Non abbiamo alterato gli impegni di spesa». E anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg conferma l'intesa del 2014, cioè assicurare il 2% alla Difesa entro il 2024. Tanto che molti sono convinti che Trump abbia usato a Bruxelles la solita strategia: alzare la tensione con una retorica bellicosa e poi passare all'incasso, prendendosi il merito di aver trasformato la crisi in un grande successo. E a che gli chiede se sulla Nato cambierà di nuovo idea, lui risponde: «No, sono un genio molto stabile».

Eppure il terreno rischia di diventare scivoloso anche oggi a Londra. «Brexit significa Brexit - ha detto The Donald prima di mettere piede nel Regno Unito - Le persone hanno votato per la rottura. Ma forse il Paese ha preso una strada diversa, non sono sicuro che sia quello per cui le persone hanno votato», ha spiegato. Approfittandone per sminuire le proteste londinesi: «Credo di piacere molto nel Regno Unito, credo che siano d'accordo con me sull'immigrazione». Sulla Brexit: «Penso sia successa in gran parte per le migrazioni. L'immigrazione sta travolgendo l'Europa. Io stesso ho vinto, almeno parzialmente, per questo».

Infine: «Se guardate all'Italia, Giuseppi (il premier Conte, ndr), che ho conosciuto bene nell'ultimo mese e mezzo, ha vinto le elezioni in virtù delle forti politiche sull'immigrazione».

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